«Ancora una volta si evita di rispondere ai quesiti posti». Dopo l’esplosione del caso “parentopoli” alla Sun, va in consiglio l’interrogazione a firma PdL relativa alla richiesta di documenti specifici che elencassero la lista dei dipendenti, i relativi emolumenti, livello di inquadramento. «E’ da marzo 2015 – spiega il consigliere comunale Daniele Andretta – che chiediamo questo materiale che non è mai arrivato. E poi, ci sentiamo perfino bacchettare dall’assessore Dulio sulla privacy e sulle scelte che un consigliere fa o non fa relativamente alla diffusione dei documenti di interesse pubblico».
Nella risposta all’interrogazione infatti si faceva riferimento proprio alla necessità di tutelare dati personali, responsabilità che comunque resta in capo al singolo consigliere.
«Ancora una volta, comunque – prosegue Andretta – mancano risposte concrete alle nostre domande. Spiace perchè per l’ennesima volta è stato mortificato lo spirito del consiglio comunale. I giornali locali sono arrivati ben prima dei consiglieri nel far notare che c’è qualcosa che non quadra. A questo punto cercheremo di fare chiarezza in base alle notizie lette sui media locali. Faremo un esposto al Prefetto perchè l’abitudine di non fornire la documentazione richiesta sta diventando un modus operandi. Oltretutto non accetto lezioni sull privacy perchè ricordo che è lo stesso consigliere a dover valutare i dati che possono essere resi noti oppure no. E’ grave che ci sia qualcuno che valuti il principio di segretezza al posto del cosnigliere comunale: diventa arbitrio, una risposta negativa alla necessità di fare chiarezza e di essere trasparenti».