I nonni, dicono, sono le radici della vita di ciascuno di noi. Radici ben salde al terreno, radici dalle quali sono nati alberi frondosi e pieni di frutti. Per molti di noi è ed è stato così. Per Angelo ancora di più. Angelo Ficarra è molto giovane. Sta frequentando l’ultimo anno di liceo scientifico, ma sebbene lo studio lo assorba fortemente, ci sono tante altre passioni che il ragazzo già coltiva alla sua età. Passioni che sente dentro, nel suo dna, passioni che lui definisce “questione di genetica e di tradizioni”. La nonna di Angelo Ficarra, Agata, ha lavorato per quarant’anni tra quelle sale che oggi accolgono la galleria Giannoni ma che ieri ospitavano i musei civici e le collezioni di quadri soltanto in parte esposti oggi al Broletto di Novara.
“Queste sale sono state per tanti anni, durante la mia infanzia, un posto dove mi sentivo a casa. C’era qui mia nonna Agata e spesso venivo a trovarla, mentre lei “custodiva”, come dipendente del Comune, questi spazi pieni di arte e di fascino”. Angelo ricorda ancora quei lunghi corridoi, in fondo a cui si trovava il bagno, “camminando su un pavimento scricchiolante. Oggi è tutto diverso, oggi questa Galleria vanta un patrimonio che ci invidia il mondo e che personalmente amo, un po’ per il mio passato un po’ perchè, con il tempo, sicuramente, anche per come ho trascorso la mia infanzia, è nata una passione che voglio trasformare in un lavoro”. E ci sta già provando Angelo che, con la docente di lettere Francesca Bergamaschi, ha allestito tra i quadri della Galleria Giannoni un percorso titolato “Edimus ut vivamus“.
Non è la prima mostra per il giovane novarese appassionato di arte. Ma è certamente un’iniziativa tanto simbolica quanto interessante soprattutto in tempo di Expo. Tra un Casorati e un Gaudenzi, ci sono molti quadri dedicati non solo al cibo ma anche al territorio, quello da cui nascevano, una volta, i prodotti della terra. Da qui Angelo ha sperimentato un progetto “sottoposto e accolto dall’assessorato alla Cultura, che di fatto crea un collegamento tra Expo e Novara, unendo tutte le realtà museali che abbiamo a Novara: dalla Giannoni al Faraggiana, da Casa Rognoni alla Biblioteca civica”. E proprio dalla Biblioteca, principalmente arrivano i documenti, doviziosamente studiati e rispolverati da Angelo e Francesca, dedicati a quei prodotti che ancora oggi caratterizzano il nostro territorio. Ogni documento contenuto nelle teche è collegato ad un’opera d’arte esposta alla Giannoni, classificata con un bollino verde.
Documenti originali dal ‘500 al ‘900: quattrocento anni di storia alimentare sintetizzati da una massima di Lucrezio. Dalle pagine dell’Agricoltore Novarese, giornale che parlava di alimenti e cibi e di come conservarli, alle tabelle con il primo censimento della popolazione novarese dopo l’avvio delle coltivazioni di riso (censimento dal quale emerge una longevità decisamente maggiore rispetto ad anni precedenti). Ma ci sono anche gli erbolari con tanto di foglie inserite tra le pagine ingiallite di quei grossi tomi.
E poi ci sono posate antiche prelevate dal Faraggiana e una tavola imbandita con vettovaglie dell’800 (mise en place di Mateus Pasino).
“E’ stato un lavoro piuttosto lungo e difficile – spiega Angelo Ficarra – Due mesi di ricerca e di studio con un lavoro di allestimento che va dalla disposizione delle teche alle didascalie. Il tutto con lo scopo di richiamare l’attenzione su questo splendido gioiello che è diventata la Galleria Giannoni, ma anche per far capire che la cultura è un patrimonio per e dei giovani”.