Oleggio – Antica processione del Venerdì Santo di Oleggio, il 29 marzo alle ore 20.30 con partenza dalla Chiesa Santi Pietro e Paolo di Oleggio (No).
Dal 1595, la processione del Venerdì Santo di Oleggio è una delle più importanti manifestazioni religiose della Settimana Santa del Novarese, unitamente a quella del Venerdì Santo di Romagnano Sesia.
Si può affermare che nel 1751 la processione fosse già esistente e gestita dalla confraternita della SS. Annunziata, ma veniva già effettuata precedentemente, come riportato durante la visita pastorale di Carlo Bascapè del 1595.
Probabilmente il rito fu trasformato nella seconda metà del ‘700.
La funzione, celebrata fino al secondo dopoguerra del XX sec. la sera del Giovedì Santo, fu in seguito trasferita al Venerdì Santo.
Tale processione si può definire come un vero e proprio rito drammatico risalente al periodo barocco: il funerale di Cristo morto.
Dopo più di 400 anni, l’organizzazione della processione che vede la partecipazione di quasi 300 persone nel corteo, è ancora affidata alla Confraternita della SS. Annunziata.
Alle ore 20.30 la processione si snoderà per la vie del centro storico di Oleggio, con partenza dalla Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo di Oleggio.
La processione del Venerdì Santo di Oleggio, è una delle più importanti manifestazioni religiose della Settima Santa del Novarese.
Nel 1751, si può affermare che la processione fosse già esistente e gestita dalla confraternita della SS. Annunciata, ma con molta probabilità, la processione probabilmente veniva già effettuata precedentemente, come riportato durante la visita pastorale di Carlo Bascapè del 1595.
Probabilmente il rito effettuato già a partire dal secolo XVI, fu trasformato nella seconda metà del ‘700.
La funzione, celebrata fino al secondo dopoguerra del XX sec. la sera del Giovedì Santo, fu in seguito trasferita al Venerdì Santo.
Tale processione, si può definire come un vero e proprio rito drammatico risalente al periodo barocco: il funerale di Cristo morto.
Grazie alla presenza di un testo rituale, si può ricostruire l’antica processione con minuziosità.
Anticamente la manifestazione veniva pubblicizzata con volantini d’invito generale in cui venivano sommariamente descritti i principali rituali e in un altro volantino, si comunicava invece che tale manifestazione si doveva svolgere nel massimo della decenza “…Si avvisano tutti quelli che dove deve passare la processione a polire le strade et illuminarla alla meglio che ciascheduno pole per fare quest’onore a Gesù morto”.
Il rito aveva inizio alle ore ventidue dalla Chiesa di Santa Maria dove “…si ritrovavano tutti disposti per incamminare la processione, massime le Venerande Confraternite”.
Un’ora prima dell’inizio, gli Ufficiali della Confraternita della SS. Annunciata incantavano pubblicamente i misteri da distribuire ai vari partecipanti. Una volta distribuiti i misteri, aveva luogo un corteo stabilito da un preciso cerimoniale.
Non si hanno molte informazioni sul palcoscenico appositamente costruito in Chiesa Parrocchiale e su cui veniva innalzata la croce con il manichino del Cristo ad arti snodabili.
La deposizione era preceduta dalla lettura della Passio, dove venivano commentati gli eventi drammatici della Passione di Gesù. In seguito il simulacro del Cristo morto, veniva deposto dalla croce con gesti lenti accompagnati da numerosi canti: “Sei morto per noi” dopo aver tolto il cartello I.N.R.I., “Ah Corona D’orore” nel momento in cui si asportava la corona di spine, “Schiodato quella mano destra” dopo aver schiodata la mano destra, “Solo pene e dolori” dopo aver tolto il chiodo dalla mano sinistra e “Novo Giuda voi siete” dopo aver schiodato i piedi. Alla fine dopo aver calato il corpo dalla croce e intonando il canto “Aprite o Giusti il seno”, il corpo veniva deposto su uno scoglio, unto con unguenti aromatici e deposto nella bara processionale. Infine concludeva il rito il sermone in toni molto duri.
La fase finale dell’antico rito, prevedeva che la processione si snodasse col Cristo morto per le vie del paese, sino all’antico borgo (ormai scomparso) del Galnago. A tale processione partecipavano i componenti delle sei Confraternite oleggesi i chierici, il Consorzio delle donne ed il popolo, secondo un ordine sancito dalla scala sociale.
Chiudeva la statua della Madonna Addolorata, anch’essa circondata da otto torce e dagli alabardieri.
Dopo aver percorso le vie del paese, la processione faceva ritorno in Chiesa Parrocchiale e dopo si dirigeva alla Chiesa di S. Maria Annunciata, che simboleggiava il sepolcro dove il Cristo veniva riposto.
Tale cerimonia rimase inalterata fino alla fine del XVIII secolo e nel XIX secolo venne eliminata il rito della deposizione dalla Croce. Tale eliminazione previde l’abbandono del simulacro del Cristo con arti snodabili attualmente conservato presso la Chiesa Parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo.
Le festose processioni barocche, furono anche in parte modificate dalle disposizioni di Giuseppe II che limitava e aboliva le forme di pietà tipiche del periodo barocco.
Nonostante tutto, durante il XIX secolo, la Processione del Giovedì Santo ad Oleggio venne sempre svolta in pompa magna e questo lo testimonierebbe il continuo rinnovo dell’apparato processionale, in parte conservato presso il locale Museo d’Arte Religiosa “p. A. Mozzetti”.
Dal 1915 al 1918, il rito venne soppresso e in seguito alla riforme liturgiche di Pio XII, attuate con il Concilio Vaticano II, venne spostata la processione dal Giovedì al Venerdì.
Dopo più di 400 anni, l’organizzazione della processione è ancora affidata alla Confraternita della SS. Annunciata.
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