Riceviamo e pubblichiamo:
«All’indomani dell’Expo di Milano la più potente organizzazione territoriale degli imprenditori, Assolombarda, ha proposto alle istituzioni e alle parti sociali un Piano Strategico per l’area metropolitana di Milano (La Grande Milano), come volano per lo sviluppo dell’intero Paese nella sempre più agguerrita competizione economica internazionale.
In particolare, il Piano propone per l’area milanese 50 progetti concreti, misurabili secondo gli indici di misurazione da tempo adottati nelle aree metropolitane di Monaco di Baviera e di Barcellona, individuate come naturali competitors della Grande Milano.
L’accento è posto proprio sulla misurabilità dei progetti, della loro attuazione e dei risultati attesi.
L’attenzione alla misurabilità dei progetti è ciò che molto spesso manca alla nostra politica, facendo piuttosto comodo a molti politici non consentire la misurazione puntuale delle loro promesse, dei loro atti, così rinnovando quotidianamente il penoso scarica barile delle responsabilità dei mancati risultati.
Non sembra far eccezione il Sindaco Ballarè, che con la “scusa” del Bilancio di mandato ha iniziato la campagna elettorale lamentando di aver dovuto passare i primi tre anni a rimediare ai guasti ereditati, addirittura “salvando Novara”!
Fra qualche tempo conosceremo le proposte e le promesse del Ballarè 2016.
Per valutarne appieno la credibilità può essere utile andare a vedere che ne è stato delle proposte e promesse del Ballarè 2011.
Lo stesso Ballarè, nella premessa al suo programma di allora, scriveva: “Chi fa politica non può solo parlare, chiacchierare, disquisire. Occorre fare. Ci vuole il coraggio di promettere cose concrete. E di realizzarle.
Siamo stanchi di politici che saltano da una poltrona all’altra lasciando agli atti solo le loro parole. Persone che scaldano seggiole in attesa di occupare poltrone…Quando sarò eletto Sindaco, mi impegno a fare cose concrete. Piccole cose, concrete e fattibili subito, insieme a grandi progetti su cui investire per il futuro.”
Meriterebbe una considerazione a parte il fatto che, durante il suo mandato di Sindaco, Ballarè sia andato ad occupare, contemporaneamente, la poltrona di Presidente regionale dell’Anci, di membro del Direttivo nazionale della stessa Anci, di membro della Segreteria regionale del PD.
Rimanendo al programma, la misurazione dell’operato del Sindaco risulta agevolata e coerente con lo stesso metro di giudizio proposto in allora dal candidato Ballarè.
Il suo programma si componeva di 6 punti che potremmo definire “discorsivi”, che indicavano obiettivi strategici di carattere generale (la valorizzazione dell’Università, la cittadella della Giustizia, la sicurezza, un nuovo welfare, il nuovo ospedale, il nodo di Novara), per la loro stessa natura non immediatamente misurabili (anche se, va detto, i risultati o non ci sono o non sono certo ascrivibili al sindaco).
Altri 57 punti, invece, erano assolutamente precisi, concreti e attuabili secondo il proponente. E perciò oggi verificabili.
Ebbene, dei 57 punti di programma, ben 46 (pari all’81%!) non sono stati realizzati, e fra questi tutti gli obiettivi più importanti. Soltanto 11 punti programmatici (pari ad un misero 19%!) si sono concretizzati.
Risultati alla mano, e secondo gli stessi criteri proposti dal candidato Ballarè per misurare i politici e distinguere quelli che fanno chiacchiere da quelli che operano concretamente, il mandato di Ballarè si chiude con esiti sconfortanti e fallimentari sotto ogni profilo.
Ben l’81×100 delle cose da fare per la città e da lui stesso indicate come “concrete e fattibili” non sono state fatte. Sono rimaste lettera morta, promesse da marinaio o, sempre per riprendere le sue infelici parole, “boutade elettorali”.
Il Sindaco mette già le mani avanti, affermando che addirittura tre dei cinque anni di amministrazione li ha passati niente meno che a “salvare Novara” dalle pesanti eredità ricevute (Sun, Sporting, Coccia).
Ma se c’è chi non è titolato a giustificare le proprie mediocri performances con l’argomento dei passivi ereditati è proprio e solo il Sindaco, che quando scriveva il suo programma nel 2011 era Revisore dei Conti del Comune e quindi nella condizione ideale per conoscere lo stato effettivo delle finanze e delle possibilità reali di intervento del Comune. Quindi o era stato distratto da Revisore dei Conti o il suo programma era una colossale “boutade elettorale” per illudere i cittadini.
Nonostante questi pessimi risultati, la Direzione del PD lo ha ricandidato “all’unanimità dei presenti”.
Viene da chiedersi: chi riaffiderebbe la propria salute a quel medico capace di curare soltanto il 19×100 dei propri pazienti?!
Chi riaffiderebbe la propria azienda a quel manager che avesse raggiunto soltanto il 19×100 degli obiettivi?!
E chi riaffiderebbe l’istruzione dei propri figli a quell’insegnante che non avesse svolto l’81×100 del programma di studio?!
E ancora, chi si ostinerebbe a rimandare a scuola quello studente che, iscrittosi d’ufficio alle superiori senza aver frequentato né elementari né medie, avesse svolto con profitto in 5 anni soltanto il 19×100 dei propri compiti, senza mai raggiungere la maturità?!
Antonio Malerba
Vediamo nel dettaglio ….
E’ innanzitutto da sottolineare come il punto programmatico sul quale Ballarè ha inteso caratterizzarsi con maggior forza – l’area logistica di Agognate – nel suo programma non ci fosse! Evidentemente l’imprenditore che glielo ha suggerito non aveva letto il suo programma. Al contrario, prometteva ben 10 (!) micro aree artigianali e commerciali per lo sviluppo e l’occupazione: fra un paio d’anni ce ne sarà soltanto una, a Veveri.
Così come sono rimaste lettera morta l’Agorà dei mestieri per creare opportunità di lavoro per i giovani e la cabina di regia del Comune per combattere la crisi economica e la disoccupazione. Nel frattempo Novara è stata collocata nel non invidiabile podio – al terzo posto – nella classifica delle città che hanno risentito di più della crisi di questi anni. Cioè si è impoverita tanto!
L’agricoltura non solo non è stata “avvicinata alla città”, ma il progetto di consumo di suolo agricolo ad Agognate vede contrarie ed inascoltate tutte le associazioni degli agricoltori.
Non si sono visti nemmeno i nuovi mercati del prodotto stagionale e fresco e così pure i mercati della terra e le filiere corte.
Il Piano specifico promesso per il Turismo Enogastronomico e Congressuale non è mai nato, e nemmeno sono arrivati i nuovi posti di lavoro annunciati in questi due ambiti.
L’ambiente veniva indicato come la più grande priorità del futuro!
Nei primi 100 giorni andava approvata la Grande Carta Verde di Novara. Di giorni ne sono passati circa 1600 ma non sono stati sufficienti.
Non è stato modificato il Regolamento Edilizio per agevolare il risparmio energetico e l’uso di fonti rinnovabili per il riscaldamento, il raffreddamento, la produzione di acqua calda, l’illuminazione.
Il piano di installazione di pannelli solari fotovoltaici negli edifici pubblici è miseramente naufragato nel primo anno di mandato e mai più riproposto.
Il Piano Energetico Urbano non c’è ancora.
Unico punto realizzato la sostituzione delle lampade dei lampioni pubblici con i LED.
Veniva ritenuto necessario un intervento di revisione del Piano Regolatore Generale che puntasse su una crescita a “volumi zero” e sul fattore strategico della qualità degli interventi edilizi e della sostenibilità ambientale.
Il PISU (ereditato dalla giunta precedente e non presente nel programma di Ballarè) non è stato propriamente un intervento a volumi zero e così sarebbe per Agognate.
In ogni caso, il PRG è ancora quello di Giordano-Sozzani che, sciaguratamente, prevede un incremento di consumo di suolo del +58%!
Veniva altresì indicato come prioritario il riuso delle vecchie aree industriali dismesse: col PISU si è fatto il contrario e dopo 5 anni nessun piano concreto di riuso è pronto.
Un “preciso (!) obiettivo di mandato” doveva essere l’elaborazione, con gli strumenti della progettazione partecipata, di un Piano per il riuso dell’area del vecchio Ospedale Maggiore.
Non solo il Piano non c’è, ma non si è nemmeno avviata la discussione pubblica per attivare la progettazione partecipata.
Nei primi 100 giorni doveva essere presentato il Piano di indirizzo e valorizzazione di Piazza Martiri: tutto si è risolto in un penoso balletto con tanto di annunci e marce indietro e la piazza è ancora – come Ballarè voleva non dovesse più essere! – solo un parcheggio.
Il Piano Paesaggistico del Parco della Battaglia della Bicocca è stato sì approvato, ma non è stato attuato.
Così come le periferie sono rimaste tali anziché “essere messe al centro”: doveva attuarsi un progetto partecipato per ogni quartiere per “ridare vivibilità alle periferie”.
Se si eccettua il Piano di recupero dell’area delle ex Ferrovie Nord, non ne è stato fatto nemmeno uno negli altri quartieri, per cui Ballarè lascia una città (parole sue di allora) con “periferie non vivibili”.
E neppure si è avviato un programma per piantare alberi sui suoli urbani vocati, come parcheggi cortili banchine stradali o aree residuali.
Né sono stati messi a disposizione dei cittadini orti negli spazi di risulta.
I Lavori Pubblici sono stati una pena. Castello Faraggiana Mercato coperto e Pisu erano già avviati o progettati e finanziati dalla giunta precedente. Del Castello dopo 12 anni di lavori non si sa ancora che utilizzo farne.
Ballarè di suo prometteva nel primo anno di mandato di far partire “almeno” 100 (!) piccoli cantieri pubblici, diffusi su tutta la città, mirati in particolare alla manutenzione ordinaria e alla buona conservazione del patrimonio. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una città con strade piene di buche ed edifici pubblici in grave stato di manutenzione.
Stessa cosa dicasi per la pulizia della città: quando il sindaco risultò 95° su 101 sindaci nel gradimento dei cittadini ammise che poteva essere per la scarsa pulizia della città. Da allora poco è migliorato.
“Chi sbaglia paga” era il motto giusto e promettente per responsabilizzare la macchina comunale. Il precedente CdA della Fondazione Coccia ha lasciato un “buco” di circa 2 milioni di euro ma il Comune si è ben guardato dal muovere azione di responsabilità verso gli amministratori. Ha pagato Pantalone, col mutuo acceso a ripiano dei debiti e la dismissione a favore della Fondazione di un ingente patrimonio comunale.
“Gli ausiliari della sosta andranno aboliti perché si occupano unicamente di fare multe!”
Non solo sono ancora lì, ma il Sindaco candidamente disse tempo fa che era una “boutade elettorale!”
Il nuovo “Welfare dal basso” come promesso non lo ha ancora visto nessuno.
Anzi si sono creati nuovi ghetti (campo TAV), e colpiti lavoratori (mense scolastiche) e famiglie (rette asili nido).
La stessa Curia, giusto un anno fa, disse per bocca del Vicario episcopale per la città di Novara che serviva “innanzitutto un cambio di stile, un maggior ascolto” lamentando proprio la mancanza di dialogo col sindaco. Il contrario, insomma, della costruzione dal basso.
Non si sono visti né il piano per la valorizzazione degli anziani né quello per la valorizzazione delle abilità diverse.
L’atto di indirizzo per rafforzare gli strumenti dell’associazionismo, affinchè “nessuno si senta escluso”, ha subìto identica sorte.
Come pure la Consulta degli immigrati, per favorire politiche attive di prevenzione e integrazione.
La revisione delle linee della SUN, indicata come necessaria per potenziare il trasporto pubblico, non è stata attuata, mentre il Piano per le Piste Ciclabili è rimasto miseramente al palo!
Non solo nessun incremento delle piste ciclabili, ma nemmeno ordinaria manutenzione di quelle esistenti.
Casa Bossi non è stata ristrutturata, ma nemmeno è stata posta “al centro del progetto culturale dell’Amministrazione”.
Entro tre mesi dall’insediamento, la giunta avrebbe dovuto presentare l’atto di indirizzo per le Notti Bianche, per superare il modello una tantum. Non se ne è fatto nulla.
Tanto meno sono stati riaperti “spazi di libertà” a partire dai parchi e dalla zona stazione.
Al contrario, sono state riproposte le ordinanze illiberali della giunta Giordano!
Si prometteva un nuovo progetto per l’Estate Novarese all’insegna di più qualità, più quantità, più partecipazione.
L’Estate Novarese, semplicemente, è sparita.
Novara doveva diventare città del cinema, città dei teatri, città della musica.
Quanto al cinema, è ancora troppo recente la pantomima della multisala per dover aggiungere alcunché. Gli operatori locali sono stati ignorati e mortificati – vedasi la triste vicenda del cinema all’aperto.
Quanto ai teatri, tutto si è ridotto al Coccia e la vicenda del Faraggiana è stata recuperata solo per l’intervento degli operatori locali, nonostante e contro la giunta.
Quanto alla musica, il glorioso Istituto Brera è stato lasciato morire di lenta asfissia e nessun nuovo spazio è stato offerto, tanto meno per le bands giovanili.
È stato mantenuto il patrocinio a Scrittori e Giovani, iniziativa meritoria ad opera di terzi. Troppa grazia.
Sulla banda larga nessuno è in grado di dire cosa esattamente abbia fatto il Comune. Il wi-fi non c’è ancora all’Università e in Biblioteca, per il gradimento dei ragazzi che studiano. E le classifiche nazionali dicono invece che Novara è molto indietro.
Per l’Università, si proponeva l’ennesimo atto di indirizzo, ancora nei primi 100 giorni, per promuoverne l’interazione con la città. Ne siamo tutti ancora in attesa.
Si prometteva addirittura un “Piano industriale di ristrutturazione della macchina comunale” secondo i principi di efficienza e di merito. Nulla è stato fatto e la macchina comunale è sempre quella, invecchiata e depauperata da vent’anni.
Quanto alla Partecipazione dei cittadini, venuti meno i Consigli di Quartiere si indicava l’obiettivo, da raggiungersi entro la fine del mandato, della messa a punto di un “sistema coordinato per l’organizzazione di strumenti e sedi di partecipazione attiva”. Non solo non si è visto nulla di tutto ciò, ma ogni istanza spontanea di partecipazione è stata arrogantemente ignorata quando non mortificata (le oltre cinque mila firme contro Agognate, le oltre 500 firme di Pernate contro l’espansione del Cim a scapito della salute della frazione, le mamme che protestavano per l’aumento delle rette dei nidi, ecc…)
Sempre alla voce Partecipazione, venivano promessi:
Un bando di concorso annuale per raccogliere idee dai cittadini;
Concorsi di idee e di progettazione integrata per migliorare la qualità dei progetti;
Una grande campagna perché “torni il piacere di una città pulita”;
La rivisitazione degli orari della città per favorire le donne;
L’istituzione della Consigliera di Parità;
Il “Palazzo” aperto attraverso il question time mensile con la stampa locale e i gruppi consiliari.
Niente di tutto ciò è stato fatto, i consiglieri comunali non sono nemmeno stati avvisati delle censure al bilancio espresse dalla Corte dei Conti.
Quanto agli 11 punti di programma assolti (su 57!), ai già ricordati interventi di sostituzione delle lampade pubbliche con i LED e al rinnovato patrocinio del Festival Scrittori e Giovani, si aggiungono il recupero del Mercato coperto (già avviato dalla giunta precedente), la nuova gestione dello Sporting con l’intervento della Igor, i lavori socialmente utili affidati a carcerati e profughi, la realizzazione del Piano Parcheggi, per quanto discutibile, e dei Parcheggi di interscambio, dallo stesso assessore Rigotti derubricati a “mito” poco incisivo..
E ancora le aree di sosta per le donne incinte, il consiglio comunale in streaming, e le visite del Sindaco nelle scuole.
Tutto qui».