In un’atmosfera un po’ surreale, caratterizzata soprattutto da un’opposizione davvero in cerca d’autore (soprattutto dalle parti del Pd, apparso ancora sotto choc per il risultato elettorale), si è consumato il primo atto concreto del nuovo consiglio comunale, con l’approvazione delle linee programmatiche e di governo per il prossimo quinquennio di amministrazione della Città di Novara.
Un documento “agile” secondo la maggioranza, ma definito “scarno” dalla variegata minoranza, che è stato dibattuto, invero senza grande enfasi, per cinque ore, per poi essere approvato con 21 voti a favore, 6 contro e 6 astenuti.
“Questo atto – ha sottolineato il neo sindaco Canelli – rappresenta la base per gli altri previsti dalla legge, ovvero il Dup (il Documento Unico di Programmazione), il Piano degli Obiettivi ed il Piano Esecutivo di Gestione. Siamo al governo da soli dieci giorni e dunque la pretesa di presentare un piano completo ci sembra fuori luogo. Peraltro abbiamo voluto farne un documento volutamente aperto al contributo di tutti…”.
Insomma una sorta di canovaccio, da riempire, mano a mano, di contenuti, derivati anche dall’ascolto dei bisogni della città.
“A me queste linee programmatiche sembrano davvero poca cosa – ha incalzato il consigliere Pd Rossano Pirovano – anche perchè molte delle iniziative che elencate sono già in corso di realizzazione, ma voi non lo dite. Mi preoccupano alcuni principi che trovo scritti, ovvero la rinuncia ai grandi eventi nel settore sport e l’eccesso di attenzione per i temi della sicurezza… Io non mi ritrovo nella città che voi rappresentate qui: noi non viviamo nella periferia di una grande città metropolitana. I problemi sono altri”.
Proprio sulla sicurezza si sono invece concentrati gli interventi di Nieli (Fdi), Freguglia e Laura Bianchi (Lega): “Probabilmente la questione è stata sottovalutata in passato, ma i cittadini sentono questo come un tema prioritario. Il risultato elettorale è lì a dimostrarlo, dovreste farvene una ragione”.
Di “genericità” di progetti ed iniziative ha poi parlato la pentastellata Cristina Macarro, che ha comunque aperto una “linea di credito”nei confronti dell’amministrazione Canelli “Occorrerà vedere come alcune di queste iniziative elencate vorranno essere realizzate. A noi preoccupa molto l’ampliamento del Cim per le questioni ambientali sollevate, ma anche l’utilizzo del Castello che già si è rivelato un enorme spreco di soldi pubblici”.
“In documenti come questo si mettono anche i sogni – ha sostenuto il leghista Franzinelli – da questo punto di vista posso anche capire l’accusa di un po’ di genericità. Ma si tratta di un fatto voluto, perchè questa amministrazione è un libro aperto, da scrivere. E’ questo che ci chiedono i novaresi. Questo è un patto che noi firmiamo con i nostri concittadini”.
Insomma un rimpallo di scaramucce interrotto dall’interrogativo di Daniele Andretta, di Io Novara “Abbiamo fatto tanti anni all’opposizione insieme. Abbiamo condiviso molte battaglie contro l’amministrazione Ballarè. E soprattutto avevamo condiviso la necessità di un cambio di passo, di una cura choc per la città di Novara. Ebbene dov’è? In questo documento non la trovo. Avevate per le mani un’occasione straordinaria e ve la siete fatta sfuggire. Per questo, purtroppo, pur essendo in esso contenuti diversi principi che condividiamo, non possiamo votare a favore di questo documento. Ma ci auguriamo che questo atteggiamento cambi. Rimandati a settembre!”.
Lo stesso Andretta è stato poi protagonista di un battibecco con il primo cittadino “In materia di sicurezza non fate alcun accenno alla presenza, che si è verificata sul nostro territorio, di personaggi che poi sono stati espulsi per sospetta attività di terrorismo. Vivevano nelle nostre case popolari, mi sembra un tema di cui occuparsi”.
“Il Comune non si può occupare di terrorismo – ha ribattuto Canelli – non è nelle nostre competenze!”. “Si lo diceva anche Ballarè” ha fatto eco Andretta che poi, nell’infervorarsi della discussione, ha chiamato il neo sindaco “Giordano”. Un lapsus stemperato dal presidente del Consiglio Gerry Murante “Consigliere Andretta, capisco la somiglianza fra Giordano e Canelli, sarà il pizzetto… Dubito a questo punto che lei possa chiamarmi La Rocca!” (in riferimento all’ex presidente del consiglio dell’amministrazione Giordano, appunto).
“Voi parlate alla pancia della gente – ha sostenuto il capogruppo Pd Andrea Ballarè – dite loro quello che vogliono sentirsi dire… Ma poi? Può darsi che alla fine di questo mandato avremo i marciapiedi ed i parchi in ordine, questo potrete farlo perchè avrete più risorse di quante ne avevamo noi, ma la città avrà davvero fatto un passo in avanti? Sarà davvero innovativa e competitiva? Avrete creato più posti di lavoro di quanti ne abbiamo creati noi? Io non credo, ma staremo a vedere!”.
“In questo documento scrivete di logistica e di Cim come se fossero la stessa cosa – ha incalzato Contartese di Fi – ma il Cim non fa logistica… C’è un po’ di confusione, mi pare. Dal punto di vista urbanistico poi puntate tutto sul recupero del vecchio ospedale dove immaginate di creare una città dei giovani… Mi chiedo di quale generazione futura, visti i tempi di realizzazione di quest’opera…”.
Sulla difensiva l’intervento del capogruppo leghista Marnati “Voi state facendo un processo alle intenzioni. Noi volutamente non abbiamo messo in questo documento progetti faraonici, perchè questa città ha bisogni più urgenti, primo fra tutti non trascurare i novaresi, come invece avete fatto voi per cinque anni. Li avete abbandonati. Noi non lo faremo, perchè siamo un gruppo coeso e fra noi non vi sono cacciatori di posti. Con la forza della volontà raggiungeremo il traguardo e trovo che questa sia un’ottima partenza”.
Insomma punti di vista ben distanti, ma un clima tutto sommato da “luna di miele”, con diversi applausi partiti dai banchi della maggioranza anche per gli interventi di esponenti dell’opposizione: in primis verso l’ex assessore alla cultura Paola Turchelli (Pd) che si è resa protagonista di un’accorato appello ad occuparsi della biblioteca civica.
“Ben vengano i suggerimenti – ha chiosato Canelli – siamo qui per questo. Tante cose in effetti non le abbiamo scritte in questo documento, ma come ho detto saranno oggetto di altri atti. Noi comunque in linea di principio preferiamo fare, piuttosto che scrivere e parlare. Ma state certi che la nostra capacità di ascolto e condivisione non verrà mai meno”.