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Novara

Aree industriali: 3000 firme contro Agognate. ReteTerra: «Se ne parla da 50 anni. Nessuno ha concluso l’iter»

E’ una vicenda “antica”: così ReteTerra definisce la questione aree industriali di Agognate: “Inizia con Sandro Bermani Sindaco (e parliamo di più di 50 anni fa) ed ha interessato tutte le amministrazioni che da allora si sono succedute alla guida della città. Da allora si sono succeduti Sindaci dei più diversi colori politici, maggioranze consiliari con le più diverse composizioni: nessuna ha mai votato, nessuno ha mai firmato la tanto sollecitata trasformazione. Una ragione ci sarà pur stata. La risposta non può essere: erano insensibili, hanno perso l’occasione”.

Così ReteTerra continua la sua battaglia e lo fa consegnando al sindaco e al Presidente del Consiglio le prime tremila firme raccolte per fermare il progetto.

“La decisione del febbraio 2014 del Consiglio Comunale per la sua gravità ci convinse della necessità di dare vita ad un nuovo soggetto sociale che promuovesse una campagna per una politica alternativa a quella della cementificazione dei terreni agricoli e delle aree verdi. Agognate ci parve – ed è diventata via via per tante cittadine e cittadini – il simbolo della necessità di una nuova politica”.

La terra quale bene indispensabile per tutti gli esseri viventi, insostituibile perché nulla al mondo può assolvere alle sue funzioni, bene irrinnovabile perché una volta distrutta lo è per sempre: è la filososia che anima l’azione di questo gruppo di Novaresi ai quali via via si sono aggiunti anche importanti firme del mondo dell’ecosostenibilità e dell’ambientalismo. “Queste tre verità non solo sono diventate la stella polare dell’impegno di ReteTerra Novara ma sono anche punti fermi per le istituzioni regionali, nazionali, internazionali (meno che per il Comune di Novara). Sbaglia quindi l’assessore Bozzola quando mette il bene terra sullo stesso piano di altri beni e quando sceglie come prioritaria la modificazione della destinazione d’uso di terreni di proprietà di una società privata invece di salvaguardarne la loro natura ed il loro carattere stabilito dal piano regolatore di aree agricole”

Con quelle tremila firme si chiede “di non modificare la destinazione d’uso di terreni agricoli ad Agognate; che a Novara non si proceda ad ulteriori distruzioni di terreni agricoli e di aree verdi; che si dia avvio ad una politica urbanistica alternativa basata sul recupero, la ristrutturazione, il riuso degli edifici industriali ed abitativi dismessi o degradati”

“Per portare avanti la nostra azione abbiamo scelto la strada dei banchetti e dell’incontro con la gente, per confrontarci e ragionare con i novaresi. Rifiutiamo il “ricatto” dei posti di lavoro. Abbiamo chiesto ripetutamente:
chi si sarebbe insediato ad Agognate e per fare cosa e quante persone avrebbe assunto nel mercato del lavoro di Novara. Nessuna risposta; un silenzio che ha fatto riflettere anche chi onestamente aveva creduto che in cambio della modificazione della destinazione d’uso dei terreni si sarebbero ottenuti posti di lavoro”

A fronte della conclamata urgenza di decidere, “a distanza di un anno dalla deliberazione del febbraio 2014, non si sa ancora quando la Giunta sarà in grado di tornare in Consiglio Comunale, quando riinizierà l’iter amministrativo, quali motivazioni ne giustificheranno la presentazione e quale ditta dopo aver aspettato sette anni è disposta ad aspettarne non si sa quanti altri prima di insediarsi a Novara”.