“Il Sindaco comunichi alla città in modo inequivocabile se è favorevole o meno alle aree industriali”. E’ la richiesta di Alberto Pacelli e Giovanni Gramegna che, a due anni di distanza dalla vendita dello spazio di Agognate alla società inglese Segro da parte di Vailog, chiedono chiarezza alla luce di due elementi: il primo, l’interesse, annunciato recentemente dalla Giunta, di convertire, riducendo le dimensioni, 250 mila metri quadrati circa di terreni agricoli (zona ex campo Tav di Agognate) in terreni industriali; la seconda, ricordano Pacelli e Gramegna, “la campagna elettorale di Canelli che aveva confermato di non volere le aree industriali ad Ovest di Novara”.
“Avevamo chiesto a Ballarè di sospendere una volta per tutte la questione con una delibera di chiusura del procedimento di variazione urbanistica – spiega Pacelli – Nulla di fatto, tant’è che nel suo programma elettorale, Ballarè ribadiva l’intenzione di trasformare quelle aree. Ora gli attuali proprietari sono tornati alla carica. Cambiano i soggetti, politici ed imprenditoriali, ma la richiesta, dimensioni a parte, è sempre la stessa”.
Il timore di Pacelli e Gramegna (e di quelle 5000 persone che aveva firmato, un paio di anni fa, la petizione con la quale chiedevano di non convertire le aree di Agognate) è che “si inizi con una politica dei piccoli passi: si parte da 247 mila metri quadrati, poi se ne aggiungeranno altri e altri ancora, fino ad arrivare alla conversione totale”.
Da 50 anni tutti i proprietari che si sono succeduti hanno inoltrato al Comune (che nel frattempo ha alternato i propri colori politici) la variazione di destinazione d’uso. “Si tratta di un’operazione non di stampo economico, ma speculativo. Qui lo sviluppo economico tanto decantato ad ovest della città non c’entra proprio niente”.
“Novara è la provincia del Piemonte con la più alta percentuale di consumo del suolo, il 12,4% – aggiunge Gramegna – Novara con i comuni limitrofi conta 6 milioni di metri quadrati di aree industriali. L’operazione di conversione della variazione urbanistica ad Agognate e all’ex Campo Tav non sta in piedi se consideriamo i costi di bonifica dell’area che, come dice la giunta, sarebbe compromessa; a questo aggiungiamo il plusvalore di cinque milioni circa al Comune e le infrastrutture di contorno, altri 5 o 6 milioni. Dieci – dodici milioni di oneri che non si compensano certo con la trasformazione di 247 mila metri quadrati. A questo punto, viene davvero da pensare che questo possa essere solo l’inizio”.
Una questione, quella delle aree industriali, già emersa anche in sede di dibattito, in consiglio comunale, durante la seduta di approvazione del conto consuntivo, quando “Io Novara” e Forza Italia avevano sollevato il problema, chiedendo chiarezza per i consiglieri e per i cittadini.