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Novara

Aree industriali, ReteTerra: «Posti di lavoro? Basta trattare i novaresi come degli allocchi»

“Se il sindaco pensa di esser rieletto e di circondarsi di una maggioranza blindata che gli permetta di fare ciò che vuole con le aree industriali di Agognate, si sbaglia di grosso: siamo pronti a mettere in atto tutte le azioni possibili e consentite per impedire un’operazione che aveva ed ha un solo nome: speculazione”. ReteTerra continua la sua battaglia contro il progetto di realizzazione di uno spazio logistico ad Agognate, dopo la raccolta di 5000 firme di cittadini e non solo che hanno espresso con forza la loro opposizione al progetto. Alberto Pacelli, coordinatore di Idee di Futuro e di ReteTerra, smentisce i toni trionfalistici con cui Ballarè ha disegnato il futuro di Novara, un futuro che, secondo il sindaco, oggi come cinque anni fa, passerebbe dalle aree di Agognate.

“Più che un profeta ci è parso un vecchio grammofono incantato che ripete confusamente ragionamenti, pensieri, idee culturalmente e storicamente vecchi e slogan altrettanto vecchi e triti”, dice Pacelli che aggiunge: “Basta trattare i novaresi come allocchi, basta con le mistificazioni”.

“Novara non è Amsterdam – spiega il coordinatore – Parlare della logistica come di un “treno ricco di possibilità” che passa e che non bisogna lasciarsi sfuggire è storia vecchia. E poi Ballarè continua a parlare di Amazon e degli 800 posti di lavoro che porterebbe se andasse in porto l’operazione Agognate. Un’“occasione epocale”, la definisce. Ma è ora di finirla con i numeri fasulli sull’occupazione; dietro quei numeri ci sono uomini, donne, famiglie con i loro drammi”.

Peraltro, sottolineano a ReteTerra, “non esistono atti amministrativi, dichiarazioni dai quali si possa desumere la volontà di Amazon di insediarsi a Novara. Neppure i rappresentanti delle due società che avrebbero beneficiato della trasformazione della destinazione d’uso dei terreni di Agognate hanno mai fatto nomi di ditte o numeri di occupati. Quella di Ballarè è la vecchia abitudine di una presunta classe dirigente novarese che cerca di ottenere il consenso dei cittadini facendo balenare presunti posti di lavoro”.

E con le aree industriali, Ballarè parla anche dello sviluppo del Cim “ignorando – o fingendo di non sapere – che prima di parlare di occupazione di nuovo suolo per attività logistiche va messo in sicurezza il territorio di Pernate”.

Pacelli sottolinea anche il cambiamento degli interlocutori: “Ballarè continua a parlare come se i suoi interlocutori fossero ancora quelli di qualche anno fa. Di vecchio sono rimaste solo le sue chiacchere. Oggi proprietaria dei terreni di Agognate è una società inglese dei cui progetti e delle cui pretese nulla si sa. A meno che egli in questo anno non abbia condotto direttamente od indirettamente trattative segrete”. Per contro, “preoccupano le sue parole quando egli – per tentare di convincere della bontà della sua scelta afferma – che l’operazione Agognate favorirebbe la riqualificazione di una parte importante del quartiere Sant’Agabio ossia i Magazzini Generali Raccordati, che, però, non appartengono più alla stessa persona.

“Preoccupano e lasciano allibiti altri elementi: la “condizione” di un intervento a Sant’Agabio se viene consentito l’intervento ad Agognate e il fatto che un Sindaco non solo consenta ma faccia proprio e sostenga un siffatto baratto che non ha nulla a che spartire con una politica ed una cultura industriale”.

Insomma, “di questo progetto che si vuole portare avanti non si sa nulla di preciso: prima un milione di metri quadrati concordati con la vecchia proprietà; poi la riduzione a seicentomila metri quadrati di cui aveva parlato con gli esponenti di ReteTerraNovara. Non vorremmo che, visto il preoccupante e non casuale silenzio sull’argomento, Ballarè abbia in serbo la sorpresa di un intervento che interessi una superficie assai più ampia del vecchio milione di metri quadrati…”.