Artigiano edile morto per amianto, socio a giudizio per omicidio colposo. La vittima ha lavorato tutta la sua vita come muratore maneggiando tetti e coperture in eternit: tra tutti i datori di lavoro l’unico ancora in vita è l’ex contitolare
Era morto il 2 novembre 2011 a Novara un artigiano edile che fin dagli anni cinquanta aveva lavorato come manovale, muratore, sui tetti, e a contatto con coperture in eternit. Non gli aveva lasciato scampo il mesotelioma pleurico epitelioide, forma tumorale derivante dal contatto con l’amianto.
Dalla causa per malattia professionale è nato poi un procedimento penale per cercare eventuali responsabili di quella morte. Gli investigatori hanno ripercorso tutta la storia lavorativa della vittima, fin da quel 1952 in una ditta di Vespolate. Morto il titolare. E morto anche il responsabile dell’impresa di Cerano in cui la vittima aveva lavorato come manovale dalla fine degli anni 50 al 1973. Alla fine, a giudizio per omicidio colposo, è finito il socio dell’artigiano edile, contitolare della ditta costituita a Cerano negli anni 80. L’imputato ha 77 anni ed è residente in paese. Secondo la procura di Novara è responsabile di negligenza e violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e dell’igiene sul lavoro, consistita in particolare nella mancanza di adeguate protezioni durante il contatto con l’amianto.