Asili nido: “Novara investa sul personale”, l’appello delle rsu Cgil nel confronto diretto con il sindaco Canelli. Che ribatte: “Già previste 7 assunzioni entro fine 2018”.
“Il Comune di Novara investa sul personale degli asili nido, sia aumentandolo sia in termini di formazione”. Lo hanno chiesto direttamente al sindaco Alessandro Canelli le educatrici intervenute al convegno Chiedo asilo, promosso dalla Cgil, in cui il primo cittadino è stato coinvolto nella tavola rotonda. Un confronto aperto e diretto fra le parti. Fra i relatori anche la segretaria nazionale della Funzione pubblica Serena Sorrentino, papabile candidata a succedere al vertice del sindacato a Susanna Camusso. Se ciò avvenisse, sarebbe la numero uno più giovane della storia della Camera del lavoro.
Il problema principale sul fronte dell’organico, secondo le rsu Valeria Vargiu e Rossana Galli, si pone “ogni volta che una collega si assenta. Per legge è previsto che ci sia un’educatrice ogni 7 bambini, ma il sistema organizzativo prevede che in ogni singolo nido, di fronte a una nostra assenza, si debba calcolare il numero totale dei bimbi presenti. Dunque se questo rapporto è garantito, non è detto che venga chiamata la supplente. Così siamo costrette a spalmarci su più sezioni. Sappiamo che entro fine 2018 sono previste altre 7 assunzioni: queste potrebbero riequilibrare la situazione”.
Non solo. Le supplenti, gestite dalla cooperativa Progetto A di Milano “a volte vengono chiamate anche da città come Torino o Asti – continuano le rsu – per fare solo poche ore”. E “nonostante svolgiamo lo stesso servizio delle colleghe assunte dal Comune e abbiamo le loro stesse responsabilità – aggiunge Annamaria Liguori, supplente per conto della cooperativa – abbiamo una retribuzione inferiore del 30%. Perché Novara ha scelto di tagliare le rette (del 30%: è stata una delle prime decisioni assunte dalla giunta Canelli dopo l’insediamento in Comune, ndr) se poi ci sono comunque le spese da affrontare?”, si chiede.
A Novara ci sono 8 nidi comunali frequentati da 437 bimbi, per un totale di 73 educatrici dipendenti del Comune. Secondo il dirigente del Servizio istruzione Paolo Cortese “le rette coprono il 12% della spesa complessiva, pari a 5 milioni di euro l’anno, 3,1 dei quali sono costi del personale. Bisogna tener presente che il servizio è passato da assistenziale a educativo, come previsto dalla Legge 0-6, con un aumento in termini qualitativi e di conseguenza anche di costi”. In questo senso Canelli parla di “servizio di eccellenza e i riscontri delle famiglie lo testimoniano. Così come il finanziamento da 730.000 euro, che ci è stato concesso dal Ministero per un progetto sull’offerta pedagogica a Sant’Agabio e sul supporto alla genitorialità. Le educatrici ci chiedono di investire sul personale – aggiunge il sindaco, rispondendo all’appello – noi lo stiamo già facendo. Mai prima d’ora il Comune di Novara aveva previsto 7 assunzioni in un anno, se servono siamo pronti a farle. Nel 2015 c’era stato il picco minimo sul numero di educatori, ma ora stiamo invertendo il trend. Sui nidi abbiamo anche investito 600.000 euro per la messa a norma delle certificazioni antincendio”.
“Gli investimenti sul personale sono certamente necessari, anche in termini formativi per creare sbocchi di carriera per queste persone – commenta la segretaria nazionale Sorrentino, che ammette – A Novara c’è lo stesso problema che si registra in Emilia Romagna e in Calabria. I decreti attuativi della 107 (legge Buona scuola, ndr) sono stati approvati, ma non finanziati”.