L’Upo ha celebrato l’inizio dell’anno accademico e i suoi primi vent’anni di vita al teatro civico di Vercelli, con il rettore Cesare Emanuele entrato nell’ultimo anno di mandato, convinto che questa università abbia svolto il compito di essere, appunto, faro.
I dati relativi alle immatricolazioni confermano questa funzione attrattiva, un un raddoppiare dei numeri (da 7mila a 14mila) con una fase di impianto, una di sviluppo repentino e una di maturità e consolidamento. “La crescita potrebbe però continuare – ha affermato il rettore – se si correggesse il sistema dei punti organico e del turnover che tanto penalizza gli atenei giovani. A livello interno occorre potenziare i corsi di laurea magistrale, che sono in crescita, ma ancora troppo piccoli, e combattere l’evasione che tutt’ora si registra in qualche ambito del nostro territorio. Letta però in valori assoluti, la curva delle iscrizioni non può che essere testimone di una storia di successo: siamo cresciuti quando altri diminuivano e siamo diventati un ateneo di medie dimensioni. Dopo anni di annidamento degli iscritti intorno alle sedi storiche, recentemente il nostro bacino ha superato i confini amministrativi della regione: la seconda provincia generatrice di domanda è diventata Milano, ma è evidente il richiamo che l’Ateneo riverbera sulle altre province del Nord-Ovest, sul resto d’Italia e all’estero”.
Altri fattori
Gli investimenti nella ricerca e il loro equilibrio con la didattica rappresentano un altro punto a favore della tesi “ateneo-faro”. “Negli ultimi tre anni – ha proseguito il rettore – politiche di investimento che ci stanno portando, come felici esempi, al definitivo avviamento del Centro di ricerca sulle malattie autoimmuni e allergiche a Novara e alla partnership con Buzzi Unicem, con cui apriremo nel complesso San Giuseppe a Vercelli un polo innovativo di ricerca e sviluppo per le scienze dei materiali. Con questa operazione ha preso avvio anche il progetto che coltiviamo insieme al Comune di Vercelli di creare la biblioteca civico- universitaria”. E ancora, la comunicazione ha giocato un ruolo fondamentale, e il beneficio tratto è stato indiscutibile.
L’obiettivo
Il rettore si augura uno sdoppiamento del corso di Medicina per servire anche il Pimeonte Orientale e la realizzazione di residenze universiterie per gli studenti “fuori sede”, mentre prosegue il dialogo con il territorio, la collaborazione con le istituzioni e gli enti, in un’ottica di ampliamento dei contatti verso Rho, Milano e sull’asse dell’alessandrino.