Non sono ancora chiare le accuse emerse da un’inchiesta della GdF di Torino, alle quali dovrà rispondere L.C. 54enne novarese residente ad Olengo
Bancarotta fraudolenta aggravata per 2 mln: coinvolta un’imprenditrice novarese
Un raggiro fiscale sull’asse Trezzano-Catania-Emirati Arabi Uniti, che ha portato ad alcune misure cautelari coinvolgendo anche una novarese. E’ ciò che sta emergendo da un’indagine condotta dalla guardia di finanza di Torino, nei confronti di cinque soggetti ritenuti responsabili di concorso in bancarotta fraudolenta aggravata, in relazione al fallimento di una fonderia di Trezzano sul Naviglio. L’unico nome emerso in tutta evidenza è quello di Mariolino Leonardi, avvocato del foro di Catania, ma insieme al civilista, ci sono tre imprenditori di Pavia, Milano e Novara e ad un consulente fiscale di Crema. Visto il riserbo, non è ancora dato sapere di quali accuse dovrà rispondere la 54enne novarese L.C. residente ad Olengo. Secondo i finanzieri, gli imprenditori avrebbero pilotato il fallimento di alcune aziende (fonderie) spostando di volta in volta proprietà e sedi, in un gioco di scatole cinesi dove si figuravano le vendite di beni , strumenti e macchinari poi finiti ad Ajman (Free Zone – Emirati Arabi Uniti), senza in realtà muoverli dal milanese, per poter avviare nuove attività “ripulite” da pendenze e debiti, e così evitare il rischio di eventuali pignoramenti. Un raggiro che ammonterebbe ad oltre 2 milioni di euro.