Addio Expo! Con la fine del mese di ottobre si è chiusa l’esposizione universale, quest’anno accolta da Milano, capitale della manifestazione che ha richiamato milioni di visitatori. Dopo sei mesi, l’area nella quale sorgevano enormi padiglioni dedicati ai vari Paesi del mondo si svuota. La sfida, ora, è quella di progettare un percorso che porti alla riqualificazione di uno spazio che potrebbe rivelarsi strategico per la città di Milano e per il futuro economico del territorio. Un’idea arriva da Fabrizio Barini, head of business development di Intermonete Sim, una delle maggiori investment bank italiane, che segue gli sviluppi dell’equity crowdfunding: “Milano da capitale Expo può diventare capitale italiana delle startup, ossia un ecosistema dell’innovazione europea”.
Sintetizza così il novarese Barini che vede nell’area Expo “uno spazio in grado di accogliere l’ecosistema dell’innovazione in Europa. In questo spazio, le start up innovative (che oggi sono 680 nell’area di Milano) potrebbero concentrare la propria attività, trovando tutto ciò di cui hanno bisogno, abbattendo così i tempi organizzativi e legati alla burocrazia che, troppo spesso, demotivano coloro che hanno eccellenti idee ma che materialmente riscontrano difficoltà nel metterle in pratica”. Una sorta di “Cupertino” a due passi da Milano, coordinata dall’ente pubblico, nel caso specifico il Comune di Milano; un progetto che ben si inserirebbe con le intenzioni generali che ipotizzano sui 100 ettari di Expo la destinazione del 60% a verde con coltivazioni agricole integrate dalla ricerca avanzata sul food tech. Una sfida ambiziosa che potrebbe rilanciare la spinta economica attraverso un innovativo modo di fare impresa, attraverso la forza delle idee e dei progetti.