I gloriosi annunci della coalizione di centrosinistra (che fa capo più livelli, dal Comune, alla Regione, al Governo) non hanno convinto tutti. Anzi… Gli scettici (e non sono pochi) si pongono ancora molti dubbi, specie inerenti i tempi di esecuzione sia dell’iter burocratico (che prevede tempi molto lunghi tra bandi ed assegnazioni) sia di quello di realizzazione della nuova struttura. Quattro anni, così come contemplati ed annunciati in pompa magna dal sindaco Ballarè e dall’assessore Saitta, sembrerebbero davvero pochi per arrivare al traguardo. Tant’è: oltre ai numerosi interventi politico istituzionali, arrivano anche quelli di coloro che quotidianamente già lavorano all’interno dell’ospedale. L’Ordine provinciale dei medici e degli odontoiatri della Provincia di Novara interviene infatti sulla futura Città della Salute:
«Le parole dell’assessore regionale alla sanità, Antonio Saitta, sono confortanti – afferma il presidente, Federico D’Andrea – Direi “finalmente” confortanti perché è da anni che si parla del nuovo ospedale ed tutto è rimasto a livello di intenzioni. Ora sembra davvero che si sia arrivati alla svolta decisiva e questo non può che farci piacere».
Strutture poco idonee e carenza di spazi sono due elementi che i medici hanno più volte denunciato e che oggi ribadiscono:
«E’ da tempo che affermiamo come la situazione in ospedale sia sempre più complicata – aggiunge D’Andrea – Nonostante gli sforzi della direzione generale, le strutture sono sempre meno funzionali e l’aumento dell’attività richiesta, visto che il “Maggiore” è il secondo ospedale della Regione e svolge funzioni di hub per tutti gli altri nosocomi del Piemonte nord-orientale, si scontra con gli spazi sempre più insufficienti. Per questo ci attendiamo che davvero ora l’iter per la Città della Salute possa subire l’accelerazione necessaria a una veloce realizzazione: la situazione dell’attuale sede è sempre più critica, nonostante l’impegno di tutti quanti vi prestano lavoro».
«E’ inutile ricordare – afferma ancora il presidente dell’Ordine – come la Città della Salute sia indispensabile non solo per Novara e le quattro province di riferimento ma per tutto il Piemonte: infatti, sarebbe il giusto baluardo al fenomeno della sanità passiva che spinge numerosi residenti del Piemonte Nord Orientale a servirsi delle strutture sanitarie della vicina Lombardia. Non basta infatti l’eccellenza delle prestazioni offerte dal “Maggiore” per trattenere gli utenti: occorre che vi siano anche le condizioni strutturali per rispondere alle esigenze dei pazienti. Per questo sarà importante che la futura Città della Salute venga dotata di un numero adeguato di personale, senza il quale si rischiano di perpetuare i problemi che oggi affliggono la sanità, ovvero la carenza di personale, per di più costretto a un superlavoro non più sostenibile. Per fortuna, il fatto che la sanità piemontese abbia raggiunto la parità di bilancio è una buona notizia, che speriamo possa portare a nuove assunzioni».