L’arrivo dei migranti è un dato di fatto dal quale non si può prescindere. E, secondo il Presidente della Provincia di Novara, Matteo Besozzi, che è anche sindaco di Castelletto Ticino, il percorso ideale è quello dell’inclusione che parta dalla collaborazione tra Sindaci, territorio e Prefettura.
“E’ un fenomeno che va gestito – spiega Besozzi – anche se comprendo alcuni colleghi sindaci per cui la migrazione sta diventando un problema. Ma proprio per fare in modo che tale fenomeno si trasformi in qualcosa di più utile e funzionale per tutti, occorre collaborazione diretta tra le amministrazioni e il territorio, insieme alla Prefettura”.
Oggi, in realtà, i sindaci sono praticamente gli ultimi della lunga catena che si occupa dell’arrivo di profughi, a conoscere quanto succede sul proprio territorio: “La Prefettura emana il bando a cui partecipano associazioni e cooperative senza far sapere nulla ai sindaci se non quando la questione è chiusa e gli stranieri sono arrivati nei vari comuni. Il tutto con conseguenze difficili da gestire dal punto di vista organizzativo. Ecco perchè ritengo che debbano essere i sindaci stessi a prendere in mano la situazione, insieme alle associazioni della propria cittadina, insieme alle Parrocchie, individuando soluzioni abitative e predisponendo dei progetti minimi di lavoro, esattamente come facciamo per i lavori socialmente utili e per coloro che prestano servizio presso i nostri enti ecc”.
L’invito, rivolto ai sindaci degli 88 comuni della Provincia di Novara, è quello di “dare la propria disponibilità per un’accoglienza ed un’inclusione diffusa. Non è solo un problema di alloggio, bisogna far lavorare queste persone, motivandole e coinvolgendole”.
L’iniziativa sta già partendo a Castelletto Ticino dove, oggi, non c’è nessun migrante. Il primo cittadino ha già “parlato con la Prefettura affinchè si possa creare un percorso di questo genere sul quale ci siamo già accordati con don Fabrizio, parroco del paese. Ho lanciato il tema dell’inclusione in diverse occasioni, ultimamente. Il parroco mi è venuto incontro, accogliendo la proposta. Abbiamo individuato una serie di appartamenti della parrocchia che potranno accogliere, per il momento, dalle 8 alle 10 persone. E insieme predisporremo anche dei progetti lavoro. Sono certo che funzionerà”.
Un percorso in grado di “tenere sotto controllo le situazioni che nei vari comuni potrebbero venirsi a creare, generando anche un minor “peso”, dovuto alla presenza dei migranti, sulla società, con la possibilità – conclude Besozzi – di fare qualcosa di importante e di concreto per queste persone, dando una mano anche al territorio stesso”.
Un percorso facilmente perseguibile in comuni di medie-piccole dimensioni, ma… a Novara? “Capisco perfettamente che a Novara la situazione sia molto tesa – dice Besozzi – proprio perchè la città sta subendo un peso troppo “alto”. Di fatto, anche se non è bello dirlo, Novara è il posto dove vengono “scaricate” attualmente queste persone. Sono convinto che se tutti i comuni del Novarese riuscissero a delineare un percorso di inclusione e di accoglienza riusciremmo a sgravare anche il capoluogo, rendendo la situazione più vivibile”.
Oggi non sono molti i comuni che ospitano i migranti. Nella maggior parte dei casi, sono i privati stessi a proporre alla Prefettura i propri spazi vuoti, tenendo all’oscuro i sindaci fino a quando dal Palazzo del Governo non arriva al Comune di competenza l’avviso di arrivo degli stranieri. Secondo Besozzi, invece, “proprio i sindaci, che conoscono il territorio che governano, devono diventare protagonisti di tale fenomeno, gestendolo e tenendolo sotto il proprio controllo”.