Hanno dai 6 agli 8 anni in su, arrivano principalmente dall’Egitto, spesso portano lo stesso cognome. Giunti in Italia, vengono spediti verso destinazioni già individuate dalle loro organizzazioni. Tra queste c’è Novara. I minori stranieri non accompagnati di cui il Comune di Novara si fa carico sono ad oggi 85. Alcuni, raggiunti i 15-16 anni, fuggono e di loro si perdono le tracce. Gli altri rimangono nelle comunità che l’ente locale ha assegnato loro fino alla maggiore età.
Durante questa estate ne sono arrivati parecchi e continuano ad arrivarne. Due o tre al giorno, il Comune deve provvedere a loro, come previsto anche dalla legge.
Dato però che le comunità novaresi, strutture nelle quali vengono destinati questi giovani, sono ormai sature, il Comune si rivolge ad associazioni e comunità al di fuori del territorio, spesso anche al di fuori della Provincia, sostenendo le spese relative.
La “questione minori stranieri”, al Comune di Novara, costa parecchio: “A fine anno – spiega il dirigente delle Politiche Sociali, Marco Brusati – il Ministero eroga un contributo una tantum preso dal Fondo nazionale“, un contributo che non corrisponde certamente alle spese effettivamente sostenute. Quei 45 euro al giorno previsti dallo Stato per il sostentamento dei minori stranieri non accompagnati “non solo arrivano “a rate”, ma spesso non arrivano a coprire nemmeno la metà delle spese effettivamente sostenute. In una comunità un bambino, straniero o italiano che sia, migrante o meno, costa circa 80 euro al giorno. In queste strutture, infatti, lavorano educatori, assistenti sociali, psicologi: non sono strutture di semplice appoggio, come quelle che devono ospitare gli adulti, ma spazi dove si fanno percorsi diversi, dove gli ospiti sono attentamente seguiti da personale qualificato“.
“Nel momento in cui arrivano questi ragazzi e questi bambini – continua Brusati – si procede con le necessarie visite mediche, poi li trasferiamo per due o tre notti in qualche struttura di emergenza, ma alla fine devono essere destinati alle comunità. E a Novara le nostre strutture sono sature. Inizialmente abbiamo cercato le strutture più economiche e anche più vicine, anche perchè gli assistenti sociali fanno loro visita regolarmente. Ma anche queste ultime si sono riempite ed ora li mettiamo in quelle che troviamo“. Un dramma che scuote le coscienze, ma che deve, dovrebbe, alimentare anche qualche riflessione ed un monitoraggio costante del fenomeno per verificare che nel sistema non vi siano delle falle.
“Questo sistema non può continuare – dice il consigliere comunale di opposizione Daniele Andretta che sull’argomento ha annunciato un’interrogazione – perché se da un lato è evidente come non sia possibile lasciare questi bambini privi di assistenza, dall’altro i Comuni non possono essere lasciati a loro volta soli a farsi carico di questo dramma umanitario. Già in passato avevamo sollecitato sull’argomento l’allora assessore Augusto Ferrari (oggi assessore regionale) che era intervenuto per arginare questa emergenza, anche attraverso un dialogo aperto con la Questura. In allora infatti si ritenne che la presenza di bambini tutti di una stessa nazionalità non fosse casuale. In effetti qualche risultato lo si era visto e la spesa su questo capitolo aveva subito una flessione. Ora non è più così a quanto pare, se siamo arrivati alla saturazione delle strutture e ad una spesa fuori controllo. Ma l’amministrazione deve intervenire in qualche modo perché se è vero che esiste un problema a livello nazionale è vero anche che l’atteggiamento rassegnato di questa giunta su questioni di tale gravità è inaccettabile oltre che pericoloso“.