E adesso ha un bel dire il Presidente della Provincia di Novara Diego Sozzani quando afferma “Voglio sperare che nessuno si conceda il tentativo becero di strumentalizzare politicamente questi gravi accadimenti”.
Perché in realtà da qualche ora, da quando cioè la notizia dell’arresto di Antonino Princiotta, segretario generale dell’ente, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Milano, è caduta come un masso a scuotere violentemente una delle campagne elettorali più sonnacchiose che la storia novarese ricordi, è tutto un susseguirsi di “l’avevo detto”. Comunicati stampa, vecchie interviste, interrogazioni e mozioni che saltano fuori come funghi e sono lì a dimostrare che sì, in effetti qualcuno (non tutti, in verità) l’aveva pure detto che la presenza ingombrante di quell’alto funzionario dalle ancora più ingombranti frequentazioni, era quantomeno inopportuna. E che magari un filino di cautela in più nel conferirgli incarichi e prebende (come recita un comunicato stampa del Pd “consulente della Fondazione Novara Sviluppo, consigliere di Amministrazione del Consorzio rifiuti Medio Novarese, consulente dell’Autorità d’Ambito, enti questi ultimi presieduti dallo stesso Sozzani”) sarebbe stata utile oggi ai fini della “tutela dell’immagine della Provincia” cui il presidente dice di tenere molto.
Una difesa che appare disperata quella di Sozzani che per domani ha convocato una giunta volante che dovrebbe servire ad intraprendere azioni “a tutela” dell’ente e che qualche assessore avrebbe preferito boicottare, facendosi scappare a mezza voce “perché qui adesso mica si possono collettivizzare le responsabilità, visto che Princiotta l’ha sempre valorizzato e difeso lui”. Circostanza ammessa dallo stesso presidente che in queste ore ha candidamente ammesso di aver sottovalutato la questione.
Insomma una patata bollentissima che rotola fra le mani di un Sozzani in corsa per le elezioni regionali, che prova a consolarsi puntualizzando “che a nessun altro soggetto all’interno dell’ente, né fra tecnici né fra politici, è contestato alcun reato nell’ambito dell’indagine” e che si definisce “garantista” sostenendo che “questo necessario atteggiamento è coerente con quello che ho sempre tenuto anche dinnanzi alle note vicende giudiziarie che negli ultimi mesi hanno visto coinvolto il segretario”.
Ad onor del vero va ricordato che le “note vicende” che hanno visto coinvolto Princiotta datano ormai da qualche anno e cioè da quando la procura di Monza gli contestò di essere parte del cosiddetto “sistema Sesto” in qualità di braccio destro dell’allora presidente della Provincia di Milano Filippo Penati. Uno dei filoni d’indagine riguardava l’acquisto da parte dell’ente meneghino del 15 per cento della holding Milano Serravalle di proprietà del gruppo Gavio, che con l’operazione realizzò una plusvalenza di 179 milioni di euro.
L’accusa che invece oggi ha portato la procura di Milano a richiedere l’arresto del segretario lambisce molto più da vicino Palazzo Natta: infatti secondo gli inquirenti un’azienda milanese, la Eco Fly srl (il cui amministratore delegato è stato anch’egli tratto in arresto) avrebbe ottenuto dalla provincia di Novara una certificazione che riguardava un macchinario per il trattamento dei rifiuti speciali in realtà non conforme. Un documento a quanto pare necessario per accedere ad un finanziamento pubblico di tre milioni di euro, in cambio del quale Princiotta, è la tesi dell’accusa, avrebbe intascato 60 mila euro.
“Sozzani è responsabile politicamente” tuonano Valeria Galli e Milù Allegra del Pd “Non dimentichiamo che proprio Sozzani prima ha depotenziato il settore Ambiente trasferendo l’unico geologo addetto al controllo cave, poi ha messo Princiotta alla guida dello stesso settore quando la dirigenza è rimasta vacante in attesa di nominare un nuovo funzionario”.
Mentre dal canto loro i consiglieri provinciali del Nuovo Centro Destra rammentano come solo qualche mese fa presentarono una mozione per chiedere che a Princiotta, segretario generale ma anche direttore generale, venisse dimezzato lo stipendio “Tanto con la Provincia in fase di chiusura c’è ben poco da fare”. La proposta non fu nemmeno discussa.
E così oggi accanto ad un Sozzani che si dice “amareggiato” e “tradito”, c’è chi gira il coltello nella piaga, seminando voci e zizzania: come quella che vorrebbe a giorni la nomina della moglie dello stesso Sozzani, Emanuela Patta, già assessore leghista a Tortona, quale presidente del Cda di Eurogateway, la società che gestisce i terminal del Cim (Centro Interportuale merci di Novara). Basterà questo, se effettivamente andrà così, a consolare il presidente che anche del Cim in passato è stato ai massimi vertici?
Difficile a dirsi. Certo è che nei corridoi di palazzo Natta si parla di un Sozzani furente, addirittura “incazzato nero” e ben deciso a scindere ogni eventuale responsabilità del suo ormai ex principale collaboratore da quelle della Provincia. Anche perché una tegola così in piena campagna elettorale non fa bene a nessuno. E gli avversari gongolano “Glielo avevamo detto…!”.