“Un gazebo contro la violenza”. Così è stato battezzato il progetto in fase di attuazione, da alcuni mesi, alla casa di accoglienza “Piccolo Bartolomeo” di Borgomanero. Passato il periodo feriale, verrà allestita una mostra itinerante in varie località dei vicariati del Borgomanerese e dell’Aronese. Referente dell’iniziativa è la psicologa Claudia Zanetta. Ma vi stanno lavorando anche il responsabile di Mamre onlus, Mario Metti, e le educatrici Margherita Fortina, Eleonora Metti e Chiara Nobili.
“Sempre più spesso le ospiti del centro – evidenzia Zanetta – sono donne vittime di violenza domestica. E’ quindi necessario far emergere questa tematica nei modi e nei tempi adeguati. Da qui l’esigenza di formalizzare uno spazio di parola su questa problematica e la successiva idea di trasformarlo in un laboratorio. Affiancate dalle operatrici, le ragazze stanno approfondendo i diversi significati racchiusi nelle espressioni “vivere male (la violenza)” e “vivere bene (il riscatto)”, e il passaggio che intercorre tra le due condizioni”.
Le loro riflessioni sono state trasformate, con la tecnica del collage, in elaborati che troveranno posto in due gazebo, il primo incentrato sul “vivere male” (paura, solitudine, minacce, pianto e rabbia) e il secondo sul “vivere bene” (famiglia, amicizia, rispetto, solidarietà, coraggio e pace). Le due strutture verranno collegate da un tunnel, il percorso che porta da una situazione all’altra.
Non solo: nel quinto e sesto incontro di questo percorso a coppie le ospiti, accompagnate da una volontaria fotografa, hanno realizzato degli scatti per rappresentare i due concetti al centro del progetto. “I pannelli – sostiene Metti – illustreranno innanzitutto le terribili sofferenze che tante donne subiscono quotidianamente. Saranno esposte, naturalmente in forma anonima, anche alcune denunce presentate alle forze dell’ordine. Ma ci sarà anche un secondo spazio basato sulla speranza del reinserimento nel territorio e, di riflesso, di una vita migliore, più felice”. Molteplici gli obiettivi. Fortina ne indica qualcuno: “Volevamo creare un momento di confronto su una tematica forte e di grande impatto emotivo, guidato dalla psicologa che è pronta a mediare i vissuti che emergono. E poi si sta facendo percepire alle ragazze che le loro traumatiche esperienze possono diventare un mezzo per sensibilizzare la comunità, e un esempio di come si può superare un momento di così marcato disagio”.
Associazione Mamre Borgomanero