Botte e violenza alla moglie, condannato a 6 anni. Schiaffi, calci e anche qualche bastonata: per anni la donna aveva subito la violenza del compagno
Schiaffi, calci, in un’occasione l’aveva anche picchiata con un bastone mentre un’altra volta, al culmine di una delle tante discussioni che ormai costellavano la loro vita in comune, l’aveva spinta giù dalle scale. E, come se non bastasse, anche le violenze sessuali. Solo dopo anni – una decina secondo la Procura – la donna, all’ennesimo ingresso in pronto soccorso aveva trovato il coraggio di denunciare il marito e l’uomo, ghanese cinquantenne, è finito a processo chiamato a rispondere delle accuse di maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza sessuale. Veri e propri pestaggi, seguiti in qualche occasione, da abusi, che, stando a quanto la donna, connazionale del marito, aveva raccontato, avvenivano con regolare frequenza, due anche tre volte al mese. E in più di una occasione era stata costretta ad andare all’ospedale ma aveva sempre accampato scuse, tacendo che quelle lesioni in realtà gliele aveva procurate il compagno. “Se fossimo ancora nel nostro paese a quest’ora ti avrei già ammazzata” le diceva al termine delle liti e prima di metterle le mani addosso. E il copione purtroppo era sempre lo stesso: lui che si arrabbiava e che poi, in un crescendo di violenza, si avventava su di lei e la picchiava: schiaffi al volto ma anche calci, alle gambe, alla schiena, alla testa e testate in pieno volto e poi graffi sul viso e sulle braccia. Un giorno, aveva raccontato la donna, dopo averla picchiata l’aveva spinta così forte che lei era caduta dalle scale; si era fatta male, aveva sbattuto con violenza la testa tanto da procurarsi lesioni e contusioni al volto che al pronto soccorso avevano giudicato guaribili in una quindicina di giorni. Poi la violenza sessuale: lui che la immobilizzava tenendole con forza le braccia, la gettava sul letto e qui, dopo averle strappato i vestiti, abusava di lei. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna dell’uomo a 8 anni, il tribunale, riconoscendolo colpevole di tutti i reati contestati, lo ha condannato a 6 anni di reclusione e ad una provvisionale alla donna, che si è costituita parte civile, di 5000 euro, mandando alla sede civile per il risarcimento del danno.