Il refrain è sempre lo stesso, da destra a sinistra: “Niente sanatoria per i morosi delle case popolari!”. Perchè, come è evidente, il termine “sanatoria” non piace a nessuno… Dunque utilizziamo pure un altro nome, ma il fatto è che lo scorso lunedì la “giunta regionale – come si legge in un comunicato stampa – ha deliberato il piano di recupero del disavanzo finanziario di Atc Piemonte Nord, proposto dal consiglio di amministrazione dell’ente stesso”. L'”idea” è quella di “un risanamento in 30 anni con una quota annuale di 780 mila euro ammortizzata nella parte corrente del bilancio”. Tradotto: per ora paga Pantalone, poi si vedrà! Insomma alla fine è questa la decisione dei vertici regionali per tappare il disavanzo di oltre 23 milioni di euro (in gran parte causato dagli affitti non pagati) che Deloitte ha certificato sui bilanci di Atc Nord sino al 2014.
Tutte le decadenze richieste ai comuni (anche quello di Novara) dallo stesso istituto che gestisce la case popolari verranno congelate e questo farà tirare il fiato alle famiglie morose finite nelle maglie della legge 3 del 2010, ovvero quella che stabiliva l’avvio del procedimento di decadenza dopo soli tre mesi di morosità, le cui oggettive situazioni economiche dovranno essere meglio valutate. Un provvedimento che varrà a livello regionale, grazie all’approvazione di un disegno di legge urgente, per tutti i 6500 inquilini che non hanno pagato e che i vari enti gestori hanno individuato in questi mesi. Questo sembra essere il solo elemento positivo in questa intricata vicenda, ma che purtroppo avrà anche l’effetto di tutelare ancora una volta i cosiddetti “furbetti” ovvero coloro i quali, pur avendo le possibilità, continuano a non pagare da anni, a discapito di chi ad un alloggio popolare avrebbe diritto. Il tutto fino a quando non verrà modificato il regolamento attuativo del 2011 con l’obiettivo di “prevedere un’azione congiunta dell’ente gestore e del Comune nella valutazione delle singole posizioni di morosità, al fine di garantire l’avvio del procedimento di decadenza solo nei confronti di quegli assegnatari ritenuti oggettivamente in grado di pagare il canone e le spese accessorie all’abitazione”.
Il che dovrebbe essere assolutamente pacifico ed assodato e dovrebbe essere il cuore dell’attività stessa di Atc che invece, in questi anni, ha gestito la situazione utilizzando da un lato maglie larghissime di “comprensione” (solo a Novara 150 morosi colpevoli certificati da anni), dall’altro calando poi la mannaia delle decadenze “come se piovesse”, una volta messa con le spalle al muro dalle verifiche contabili.
Così il prossimo lunedì sarà siglato il “protocollo d’intesa” tra la Regione Piemonte, l’Anci, le Atc Nord, Sud e Centro e i
sindacati degli inquilini Sunia-Sicet-Uniat “al fine di individuare il percorso migliore per gestire le richieste di
circa 6500 decadenze per morosità generate fino al 2014. In attesa (appunto) dell’approvazione del disegno di legge che rivede l’intero meccanismo di vigilanza sugli inquilini che non pagano il canone in alloggi di edilizia sociale”. Il problema sono i tempi: l’ultimo provvedimento simile richiese un iter di almeno un paio d’anni, a cavallo fra due amministrazioni!
Non una parola, nel comunicato regionale, sulle responsabilità oggettive di questa situazione, ma nemmeno la presa d’atto della necessità di una revisione del sistema di gestione delle Atc (nonostante la recente riforma) che di fatto, bilanci alla mano, risulta deficitario su tutto il territorio regionale.
Però, nella nota, si evidenzia come Atc Nord abbia siglato “un protocollo d’intesa” con il Comune di Omegna per il recupero di due alloggi di edilizia sociale con una formula innovativa: sarà il Comune e non più l’ente gestore ad anticipare “le spese per la ristrutturazione mentre ATC si impegna a restituire tale somma attraverso i canoni versati dagli assegnatari delle unità oggetto dell’accordo”. Un modello che prossimamente verrà applicato a Candelo ed in altri comuni del quadrante Nord. Ovviamente i municipi interessati dovranno avere a disposizione i fondi necessari.
“Tutte queste azioni – dice l’assessore alla Casa della Regione Piemonte Augusto Ferrari – vanno nella giusta direzione rispetto al percorso di risanamento e di efficientamento delle Agenzie Territoriali per la Casa piemontesi intrapreso ormai 2 anni e mezzo fa, ma la strada è ancora lunga. Insieme ai Presidenti di ATC, i Comuni e le organizzazioni sindacali, stiamo procedendo ad una riforma dell’edilizia sociale al fine di ricercare soluzione le soluzioni più idonee ai problemi e alle richieste delle persone.”
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