Dopo la morte di Carolina, dopo l’impegno di questi anni profuso anche a livello centrale per la predisposizione di una normativa in grado di regolamentare una piaga che sta lettaralmente dilagando tra i giovani, dopo l’aumento dei numeri che riguardano questo drammatico fenomeno, anche in Piemonte, arriva la proposta di legge regionale “per la promozione e il sostegno di azioni di prevenzione, gestione e contrasto del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo”. Un provvedimento firmato da Domenico Rossi, insieme ad altri consiglieri regionali, e sostenuto dalla senatrice Elena Ferrara, prima firmataria della specifica legge che si sta discutendo in Parlamento.
L’Osservatorio regionale sul bullismo, per quanto concerne il Piemonte, ha registrato la maggior parte dei casi nella scuola secondaria di I grado (52,9%), seguita dalla secondaria di II grado (25,0%) dalla primaria (19,6%) e dalla scuola dell’infanzia (2,5%). Geograficamente nella nostra regione il fenomeno si manifesta con valori percentuali che oscillano dal 2,9% nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola al 46,6% nella provincia di Torino. Sul resto del territorio la percentuale dei casi dichiarati è del 9,8% nell’Alessandrino, del 4,4% nell’Astigiano, del 5,9% nel Biellese, del 16,7% nel Cuneese, del 7,8% nel Novarese e del 5,9% nel Vercellese.
La manifestazione di bullismo più diffusa è quella verbale, ma una considerevole percentuale del campione ha segnalato anche forme di bullismo fisico, che si manifestano con atti di violenza quali per esempio il furto, la rapina o le molestie sessuali, oltre che di tipo informatico. In generale gli atti di bullismo coinvolgono solitamente come carnefice e vittima alunni dello stesso sesso, indipendentemente da un’azione di gruppo o singola. Il fenomeno si manifesta principalmente tra i maschi, mentre tra le femmine la percentuale di “bulle” risulta limitato tra il 10 e il 20% circa.
«Tanti, troppi gli episodi di cui veniamo a conoscenza dalle pagine dei giornali in Italia ed in Piemonte. Siamo di fronte a un fenomeno antico, che, però, assume forme nuove con la diffusione delle nuove tecnologie e in particolare dei social network. Serve un forte investimento in prevenzione attraverso percorsi educativi e formativi. Vittime e bulli devono essere aiutati e con l’approvazione di questa norma Regione Piemonte vuole fare la propria parte per stare accanto ai ragazzi». Così il consigliere Regionale Domenico Rossi, primo firmatario della Pdl, spiega le finalità del documento che finanzierà campagne di sensibilizzazione e di informazione, iniziative di carattere culturale, sociale, ricreativo e sportivo, corsi di formazione e programmi di assistenza e recupero e gruppi di supporto, finalizzati a diffondere la cultura della legalità, il rispetto della dignità personale, la valorizzazione di ogni forma di diversità, il contrasto di qualsiasi discriminazione, la tutela dell’integrità fisica e, soprattutto, psicologica dei bambini e degli adolescenti, anche attraverso la promozione di un utilizzo più consapevole della Rete e degli strumenti informatici in generale, in particolar modo nell’ambiente scolastico.
Lo spirito educativo quale approccio centrale al problema, così come richiamato dal Disegno di Legge a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto al cyberbullismo presentato dalla Senatrice Elena Ferrara, approvato in terza lettura al Senato e in attesa di discussione alla Camera. «Negli ultimi due anni – spiega la senatrice Elena Ferrara – ho incontrato migliaia di ragazzi in più di 150 incontri in tutta Italia: sono loro a chiederci aiuto, così come le loro famiglie e gli insegnanti. La cura delle vittime e il recupero dei responsabili sono possibili solo attraverso una corretta educazione e alla formazione al buon utilizzo delle nuove tecnologie».