La crisi dell’azienda Qui Group ha creato il caos fra i dipendenti pubblici possessori dei buoni pasto, ma almeno il Comune Novara fa chiarezza, cominciando dalla risoluzione del contratto con la società per grave e “reiterata inadempienza”. L’Unione Nazionale Consumatori pensa anche ad una class action contro la Pubblica Amministrazione.
La vicenda dei buoni pasto non più spendibili, causata dalla crisi della Qui Group, sta coinvolgendo centinaia di dipendenti pubblici in tutta Italia. Nei giorni scorsi la Consip ha deciso di annullare la convenzione con “Qui! Group” per i lotti 1 utilizzati in Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Lombardia e quelli del lotto 3 in uso nel Lazio.
Il Comune di Novara ha deciso di fare altrettanto, come comunicato dall’assessore al Personale Federico Perugini: “A seguito delle contestazioni che avevamo avanzato lo scorso 6 giugno a Qui Group spa, cui è mancata risposta, abbiamo formalmente notificato alla Società la risoluzione del contratto per grave e reiterata inadempienza”.
Dall’azienda in queste settimane non è arrivato nessun segnale, le ultime dichiarazioni pubbliche risalgono al marzo scorso, quando il direttore generale business divisione della Qui! Group Ferruccio Borsani, aveva spiegato in una intervista a Il Giornale, il motivo per cui il meccanismo dei buoni pasto si sarebbe “inceppato”, attribuendo la responsabilità alla pubblica amministrazione, che rimborserebbe l’azienda con notevole ritardo (anche dopo 60 giorni), costringendola ad anticipare tutti i soldi e visto che “le casse ovviamente non sono infinite” la cosa ha finito per ripercuotersi su commercianti ed esercenti. Secondo Borsani dunque, la responsabilità maggiore è proprio da imputare alla Consip, la quale dopo aver annullato la convenzione, ha probabilmente contribuito a destabilizzare gli esercenti, che in molti casi hanno affisso alle casse un cartello con cui dichiarano di non accettare i buoni pasto Qui Ticket. La situazione se possibile è persino degenerata dopo la notizia della risoluzione della convenzione da parte della Consip. Sempre più esercenti, infatti, stanno provando a rivolgersi a Qui! Group per ottenere quanto gli spetta; l’ultimo caso è quello di una coppia di commercianti piemontesi, che si sono rivolti invano alla sede di Torino della Qui! Group per chiedere delucidazioni in merito allo stato dei rimborsi. La loro richiesta però non ha avuto buon fine, tanto che sono dovuti intervenire i carabinieri per allontanarli dalla sede dell’azienda.
Il Comune di Novara, nel suo piccolo non aveva molte altre scelte, se non quella di interrompere lo stallo: “È venuto infatti meno il servizio sostitutivo della mensa, ovvero – spiega l’assessore Perugini – la spendibilità dei buoni pasto per i dipendenti dell’Ente, generato dal mancato pagamento agli esercizi commerciali convenzionati da parte di Qui Group. Si è avviata così la predisposizione degli atti che riteniamo essere l’unica risposta concreta per tutelare il diritto legittimo dei lavoratori del nostro Comune ad avere buoni pasto utilizzabili, contemperando altresì le legittime aspettative delle attività commerciali convenzionate del nostro territorio novarese. I termini di azione sono chiaramente nel perimetro degli accordi tra la Società e l’Ente. Dopo attenta verifica abbiamo inteso non esitare, condividiamo infatti quanto anche uno dei sindacati del nostro Comune ha messo in evidenza ancora negli ultimi giorni, perché, in questo caso, come nelle azioni di gestione del personale in generale, abbiamo un comune scopo: la tutela dei diritti dei dipendenti comunali”.
Ed ora che succede? “Il percorso che seguirà ci pone i seguenti obiettivi: il termine di chiusura del rapporto indicato al 31 luglio, che anticipa la scadenza naturale che sarebbe intervenuta alla fine dell’anno, e l’immediata individuazione di primario operatore che eroghi già a decorrere dalla prossima busta paga i buoni pasto del mese di luglio ed ove in presenza di crediti maturati dai dipendenti il più celere recupero degli stessi. Fermi i contratti sottoscritti, in coerenza con la politica del fare che ci guida quotidianamente nell’amministrazione della Città di Novara, abbiamo in sostanza ritenuto di anteporre la tutela dell’interesse qui prevalente che – rimarca infine l’assessore – è il diritto acquisito da parte dei lavoratori siano essi dipendenti comunali o gli stessi lavoratori di bar, ristoranti etc che hanno erogato i loro servizi”.
Secondo la UNC (Unione Nazionale Consumatori) questa situazione non si può assolutamente ripercuotere sui dipendenti, già ampiamente danneggiati dal fatto che commercianti ed esercenti non accettano i Qui! Ticket come titolo di pagamento. I dipendenti vanno tutelati e per questo l’UNC si augura che i buoni pasto emessi, i quali rappresentano “un diritto che va tutelato ed osservato” vengano in qualche modo indennizzati, oppure sostituiti con quelli di altre società. È vero infatti che questi sulla carta potrebbero essere ancora accettati, tuttavia la realtà dei fatti ci dice che nessun esercizio commerciale lo fa più da tempo. Inoltre, in attesa di ricevere la nuova fornitura di buoni pasto (che non sarà operativa prima della fine dell’anno) bisognerà individuare una forma di compensazione per il periodo che va da luglio a dicembre. In mancanza di una soluzione nel breve termine l’UNC, come confermato dal Presidente Massimiliano Dona, non si esclude che venga intrapresa una class action contro la Pubblica Amministrazione.