Fuori da ogni logica: economico finanziaria, strutturale, culturale, morale.
L’intenzione dell’amministrazione comunale di trasformare il Faraggiana in una multisala non sta proprio in piedi, sotto tanti punti di vista.
Un’analisi che il consigliere della Lega Nord Alessandro Canelli approfondisce: “Sgombriamo subito il campo da qualsiasi equivoco – spiega – il Faraggiana innanzitutto è vincolato da un lascito testamentario ad avere una funzione teatrale. E ho profondi dubbi sul fatto che si possa superare tale volontà. Inoltre, ricordiamo che in quello spazio sono stati eseguiti lavori di ristrutturazione compartecipati in modo pesante anche da enti privati e in particolare dalla Fondazione BPN“.
E quando la Fondazione della banca del territorio decise di mettere risorse proprie a disposizione del Faraggiana, lo fece con una prospettiva ben precisa: quella di mantenere la destinazione teatrale come destinazione principale della struttura. Il progetto parla di un teatro di parola, uno spazio alternativo rispetto al Coccia, dove si potessero esibire compagnie di giovani emergenti, compagnie di teatro sperimentale, spettacoli, insomma, che per loro natura e per problemi di costi, non si potessero accogliere al Coccia. La Fondazione ha finanziato quel progetto, non altri, non una multisala.
“Non bisogna dimenticare che gran parte del mondo culturale novarese chiede chiaramente ed inequivocabilmente che quello spazio continui ad avere una funzione teatrale – prosegue Canelli – Di conseguenza, se l’amministrazione andrà in una direzione diversa, ossia una multisala cinematografica, la reazione da parte dell’opposizione in consiglio comunale ma anche del mondo culturale novarese, sarà dura e determinata“.
Dal punto di vista economico, nessun progetto di multisala sta in piedi: “Il tema fondamentale è il mantenimento o meno del palco: come teatro, il Faraggiana deve avere un palco e quindi quello attuale già ristrutturato deve essere mantenuto. Se, al contrario, si vuole creare una multisala non è tecnicamente possibile mantenerlo. E quindi andrà smantellato, cosa che nessuno vuole“.
Tra tutte le manifestazioni di interesse pervenute all’amministrazione due vanno nella direzione della multisala: la società Anteo di Milano e la GV srl di Roma.
“In entrambi i casi le società proponenti prevedono costi di ulteriori trasformazioni e lavori e di acquisto di attrezzature tecniche per un totale di circa 1 milione 100 mila euro. E le prevedono entrambe: quindi si presuppone che la stima sia attendibile“.
Nel caso della società Anteo la proposta prevede che il Comune per far fronte a questo ulteriore investimento, dia un contributo di 600 mila euro a fondo perduto, stabilendo anche le scadenze temporali dei pagamenti del contributo.
Nel caso della società di Roma, si prevede che la società che vince l’appalto accenda un mutuo però garantito dal Comune. Insomma, chiunque voglia trasformare il Faraggiana in multisala dovrà affrontare investimenti tali che comporteranno un contributo diretto o indiretto da parte dell’amministrazione.
“Quante volte abbiamo sentito dire da assessori e sindaco che non ci sono soldi per finanziare le iniziative culturali? Quindi, ci viene naturale chiederci quanto possa essere realizzabile una multisala non solo tecnicamente e moralmente, ma anche da un punto di vista economico e finanziario…“.
“E’ lo stesso tema del trasferimento della Biblioteca al Castello: al di là delle intenzioni, poi bisogna valutare attentamente se realisticamente tali intenzioni possano essere trasformate in qualcosa di concreto. Insomma, sotto ogni punto di vista è una scelta che non va bene: nè per la sostenibilità economica, né per l’approccio con le realtà culturali novaresi, nè per il rispetto nei confronti di coloro che hanno compartecipato ai lavori di ristrutturazione del Teatro. Per non parlare dei dubbi sulla legittimità giuridica di poter trasformare un lascito testamentario così esplicito“.