Una mostra dedicata ad Expo: “Capolavori del Barocco”, due sedi espositive e un museo diffuso fino al 27 settembre.
Promossa da Diocesi di Novara, Atl, Provincia di Novara e Soprintendenza per i beni architettonici e culturali, la mostra è un approfondimento del periodo che va dal 1630, anno della peste descritta dal Manzoni, al 1738, anno del passaggio del Novarese ai Savoia.
Inaugurata nella Sala Casorati, in Corso Cavallotti, la mostra ha una seconda sede all’Arengo del Broletto, mentre il museo diffuso coinvolge quindici località del territorio i cui monumenti sono valorizzati da un apposito percorso, completato da un’innovativa app per smartphone.
La Diocesi di Novara negli anni della Controriforma ha goduto di un periodo di rinascita artistica ad altissimo livello qualitativo, con artisti quali il Morazzone, il Cerano, il Procaccini e Tanzio da Varallo. Contemporaneamente ebbero grande impulso i Sacri Monti e l’edificazione di nuove chiese e santuari. Questo fiorire si spezza con l’arrivo in città e nel contado della peste che crea una cesura, in termini di vite umane e di irrobustimento del panorama artistico locale. Solo intorno alla metà del Settecento si assiste ad una ripresa con la presenza nel Novarese di comunità operose e figure di spicco in campo culturale e politico. La vicinanza con la capitale del Ducato di Milano, contribuisce alla rinascita culturale della città e del territorio.
La mostra si chiude con la data del 1738, che decreta il passaggio del Novarese allo Stato di Sardegna, ponendo termine alla grande influenza lombarda per riposizionare il territorio verso la nuova capitale, Torino, e verso una nuova epoca per Novara e la sua Diocesi.
La mostra prevede una serie di sezioni tematiche che approfondiscono temi e suggestioni del Barocco, insieme a prestigiosi prestiti di musei italiani ed esteri.
La mostra è a ingresso libero, orario da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 18.30.
Manuela Peroni Assandri