Buongiorno
Novara

Cara vecchia provincia di Novara… R.I.P.

Cara vecchia provincia di Novara…
Io ci ho lavorato (pietoso eufemismo). Dovevo controllare, con autista (ex legionario), il lavoro dei cantonieri in occasione della statistica-censimento del 1961. Si contavano le auto, le moto e le biciclette che transitavano sulle strade “provinciali”.
La provincia di Novara, quella dopo lo “scippo” vercellese del 1927, partiva da Borgolavezzaro e si concludeva a Varzo, al confine con la Svizzera, prima del passo Sempione.
Diciamolo schiettamente: una magnifica provincia con risaie e campi arati, città come Novara, cittadine come Borgomanero, Verbania, Domodossola, Trecate, Galliate… E poi gli stupendi impareggiabili laghi Maggiore, Orta, Mergozzo… i fiumi Toce, Sesia, Ticino….il casalingo torrente Agogna, così umile, così modesto ma che, per noi ragazzi del dopoguerra, fu il primo “mare nostrum”.
E soprattutto, sovrastante tutto e tutti, la catena imponente del Monte Rosa che chiudeva la provincia a nord e il confine di stato, e ti salutava nelle chiare mattinate con un primo saluto veramente augurante, bianco o rosa, secondo il tempo meteorologico.
Insomma, la provincia di Novara, prima che nel 1993 nascesse quella del Verbano Cusio Ossola, aveva proprio tutto, non mancava di niente. Montagne, laghi, colline, pianure, riso, gorgonzola, prelibate osterie, discreto turismo (anche se non sfruttato al meglio), bei paesaggi, tante industrie, straordinaria varietà in tutto.

Crediamo non esistesse in Italia un’altra provincia così ben fornita, così completa.

La crisi del Duemila cambiò tutto, anche gli assetti territoriali e amministrativi.
La provincia di Novara, quella dei vecchi confini prima del 1927, era nata nel settembre del 1851, in 182 anni ha avuto presidenti illustrissimi come il conte Camillo Benso di Cavour (nel 1860 per un solo anno), il commendator Gaudenzio Gautieri il primo in assoluto, e poi altre personalità importanti del loro tempo: il cavalier Giacomo Fara, l’avvocato Carlo Cadorna di Pallanza, il Quintino Sella poi ministro, il Costantino Perazzi poi ministro, l’avvocato scrittore vercellese Giovanni Faldella per undici anni.

via upload.wikimedia

Tanti avvocati e tanti ingegneri guidarono la provincia novarese nel suo lungo cammino, a volte anche tormentato, nella storia.
Ci limitiamo a qualche nome “storico” del secondo dopoguerra, personaggi che noi abbiamo conosciuto e ammirato. Il professor Giuseppe Bonfantini, capostipite dell’illustre famiglia; il rigoroso avvocato Natale Menotti di Intra; l’ingegner Nino Cattaneo novarese doc, cognato di Scalfaro…

E poi gli ultimi eletti dopo la riforma elettorale del 1993 Paolo Cattaneo, l’ingegner Maurizio Pagani (già ministro delle Poste e sindaco di Novara), il senatore Sergio Vedovato, l’ingegner Diego Sozzani…..


Una provincia che, nel bene e nel male, ha rappresentato qualcosa di importante nel panorama economico e nel tessuto sociale del nostro territorio.
I tempi cambiano, anche la politica e le amministrazioni sono obbligate ad adeguarsi alle nuove esigenze. La crisi morde dovunque, senza distinzioni. Probabilmente resteranno i cartelli a delimitare, simbolicamente, il passaggio da una ex provincia ad un’altra ex provincia.

Ma quanta nostalgia quando partivamo da Borgolavezzaro e via via su fino al Nord, sotto lo spettacolo del Monte Rosa, con tutto quel bianco che abbacina e incanta.
Nascerà probabilmente un nuovo tipo di provincia, di territorio amministrativo, con nuove regole, nuovi compiti, nuove responsabilità.
Ma non si chiamerà più “provincia”. E non sarà più la stessa cosa…