Buongiorno
Novara

Carla Moro: “Ho vissuto due volte! Vedere e sentire il dolore mi ha fatto amare la vita!”.

Ci sono sorrisi e sorrisi. Alcuni sono indimenticabili perchè sono quelli delle persone che hanno conosciuto il dolore e dunque sono più “consapevoli”; sono quei sorrisi che arrivano diritto al cuore! Quello di Carla è così.

Perchè se hai lavorato 39 anni (“6 mesi ed un giorno” precisa lei) come dirigente del settore servizi sociali del Comune di Novara (allora minori, handicap, tossicodipendenze); se hai passato il resto della tua vita viaggiando nei paesi più “difficili” del pianeta; sei stata colpita da una malattia grave e ti sei salvata… Beh sì, allora puoi davvero dire che il dolore lo conosci e se sei sopravvissuta a tutto puoi anche sorridere in quel modo “Perchè la vita è bella! E non lo dico per dire, ma ci credo sul serio!”

Oggi Carla Moro, ormai in pensione, coltiva la passione che ha sempre avuto fin da ragazzina: la fotografia. Foto di teatro, di cui è appassionata (“amo la lirica”), di viaggi e ritratti, soprattutto, bellissimi e struggenti, dove quella consapevolezza di cui parlavamo prima, traspare in tutta la sua potenza evocativa.

“Occuparsi di quel settore dei servizi sociali – dice Carla – è stata l’esperienza più forte della mia vita, che mi ha insegnato ad apprezzarla. In quegli anni posso dire di aver visto tutto: indigenza, prostituzione, tossicodipendenza, bambini… Oddio i bambini! Bambini ammalati, maltrattati, violati, dimenticati… Un inferno quotidiano per me ed i miei colleghi! Ecco io dopo aver visto tutto questo ho imparato a considerare la vita sotto un diverso aspetto. Io non capisco le persone che passano le giornate a lamentarsi… Tutti ci lamentiamo e non ci rendiamo conto delle cose meravigliose che abbiamo. La vita invece andrebbe apprezzata giorno per giorno, per quello che è, per quello che ti offre. Può darsi non sembri tanto invece sì, lo è. La vita è tanto!”.

“Alle volte, quando facevo quel lavoro,  avevo bisogno di staccare la spina, per non impazzire, per ritrovare il mio equilibrio, era una questione di salute mentale”. E, non sembri un paradosso, ma Carla il suo equilibrio lo ritrovava non in luoghi che potevano sembrare ragionevolmente deputati a questo fine, nelle situazioni di relax a quattro stelle, su spiagge assolate, sorseggiando un drink all’ombra delle palme… Niente affatto: piuttosto nei villaggi desolati del Tibet, dell’Asia, dell’Africa… Dove non sempre, ma spesso, la povertà e la disperazione erano, se possibile, ancora più evidenti di quelle lasciate a casa “Sì – ammette – ho sempre fatto viaggi molto alternativi… Ho sempre amato il contatto con le persone ed ho sempre creduto che seguendo le tradizionali rotte turistiche non avrei mai visto “veramente” i luoghi che visitavo. Per questo ho trasformato ogni viaggio in un’esperienza piena, totalizzante”.

Poi i viaggi nel deserto “Il deserto è la dimensione che, viaggiando, ho amato di più – dice – l’Algeria, la Tunisia, la Namibia, il Marocco…  Sah’ra in arabo significa “vuoto” e vuoto lo è davvero! Non è possibile immaginarlo da qui! Quello che più mi colpiva era il silenzio, un silenzio assoluto, indescrivibile e poi certi cieli notturni, con stelle così brillanti che sembrava ti venissero addosso. Nel deserto tutto quello cui siamo abituati perde di significato e ti senti davvero una cosa infinitamente piccola, ma non per questo insignificante… Anzi!”. Viaggi che poi sono diventati migliaia e migliaia di fotografie che oggi sono anche libri e mostre.

“Ho scoperto la passione per la fotografia quando ero ragazzina. Continuavo ad inquadrare l’orizzonte ciò che vedevo opponendo il pollice e l’indice delle mani… Finchè mio padre mi regalò la prima macchina fotografica: ero felicissima e fotografavo tutto. Pensavo che quello sarebbe diventato il mio mestiere, ma le cose non andarono esattamente così. Volevo fare anche l’accompagnatrice turistica e la guida alpina… In effetti ho viaggiato molto e sono andata molto in montagna, quindi posso dire che ho fatto tutto quel che mi sarebbe piaciuto, in un modo o nell’altro …” Ride e sorride…

E pensare che c’è stato un momento in cui quel sorriso ha rischiato di spegnersi “Qualche anno fa mi hanno diagnosticato un tumore – racconta – Un tumore molto raro. E’ lì che mi sono scoperta dentro la forza di un leone. Io sentivo quello che mi dicevano i medici, lo capivo. Eppure in cuor mio sapevo che non sarei morta, lo sapevo! Otto mesi di chemio, cinque mesi di altri farmaci…  Ci sono stati giorni difficili, durissimi… Mi avevano proposto una cura nuova senza alcuna garanzia sul fatto che potesse funzionare: mi han detto chiaro e tondo che non sapevano cosa sarebbe accaduto. Mi son trovata a credere che ce l’avrei fatta. Ed è così che sono rinata è cominciata la mia seconda vita: ho vissuto due volte!”.

“Oggi mi curo, mi tengo controllata più di prima, mi è venuta ancora più voglia di vivere – dice Carla – e non capisco la gente che passa le giornate sempre incazzata, sempre arrabbiata! Spesso mi indigno io e vorrei consigliare loro di visitare un centro tumori: è una dimensione di vita sospesa dove c’erano persone come me, di una certa età, ma anche tanti bambini, ragazzi giovanissimi… Accadeva poi di non vederli più e ti veniva il timore di chiedere, perchè sapevi che la risposta alla tua domanda sarebbe stata una sola. Queste esperienze insegnano ad amare la vita, ad aggrappartici. Oggi vedo cose che prima non vedevo, apprezzo colori, profumi, sapori che nemmeno sapevo esistessero… Vedo la felicità nelle piccole cose. Ecco, io oggi vedo la bellezza della vita e questo lo considero un dono straordinario!”

 

Sah’ra

In arabo vuole dire “vuoto” e, in effetti il più grande deserto del mondo può evocare desolazione. E’ il re dei mari di sabbia, oltre 9 milioni di kmq, dall’Oceano Atlanticoal Mar Rosso, attraversando una dozzina di paesi. Ci si sente immersi in un mondo dove le dimensioni non hanno più alcun valore e dove la terra riacquista i suoi connotati originari. Suoni, silenzi, luci, ombre, albe e tramonti accendono i sensi. Il tempo pare dilatarsi ed ogni piccola cosa viene apprezzata e diviene più preziosa (…) E poi aria pulita, priva di odori e umidità, la luce delle stelle molto più intensa, il cielo infinito, l’immensità della Via Lattea (…)  La sensazione di spazio, di non avere pareti che ci limitano, ecco la percezione dell’infinito (Carla Moro – La bellezza negata)

(Il libro “La bellezza negata”  verrà presentato a San Nazzaro Sesia, presso il salone comunale, il prossimo 21 marzo – ore 20,30 –  con un’intervista di Maurizio Leigheb all’autrice. Ospite l’Assessore regionale Monica Cerutti)