Buongiorno
Novara

Di Carlo “work in progress”corsa, grinta, organizzazione e coraggio… e il Piola gradisce anche un pareggio

NOVARA-SPEZIA 1-1

25′ Puscas – 38′ Forte

#NovSpe #andumafiöi

Mimmo Di Carlo non supera a pieni voti l’esame Spezia davanti al suo nuovo pubblico, ma solo perchè per riuscire ad andare oltre l’ampia meritatissima sufficienza ci volevano i tre punti. Contro la sua ex squadra però, la prestazione è stata convincente ed il risultato da continuità ed ulteriori certezze ad un gruppo, che ritrova d’emblée elementi di una rosa che quasi aveva dimenticato di possedere, confermando la sua discreta qualità di base. Giocatori come Gianluca Sansone (fra i migliori in campo), Ronaldo o Casarini, non solo erano finiti ai margini, ma per qualcuno ritenuti persino inadatti alla causa. Con la ritrovata fiducia del gruppo, la spinta di un ambiente rivitalizzato e la felice consapevolezza di aver trovato un vero bomber di razza; la risalita in classifica verso una salvezza non troppo sofferta in questa difficile serie B, non sembra più un miraggio.

MIRACOLO AL PIOLA

A dire la verità un primo mezzo miracolo Di Carlo lo ha già compiuto: rianimare un ambiente che nella migliore delle ipotesi sembrava narcotizzato. Vedere i tifosi azzurri uscire dal Piola con un pizzico di rammarico, ma con la soddisfazione di aver visto il Novara lottare per la vittoria, è cosa non da poco. Dopo un veloce giro sui social, chiunque può rendersi conto di come sia praticamente unanime la convinzione di aver felicemente ritrovato una squadra unita che fa del coraggio e dello spirito di sacrificio, le proprie armi principali. Dopo aver sofferto la timida, lenta e farraginosa manovra del Novara senz’anima coriniano, le prime due settimane con la nuova guida tecnica, hanno incoraggiato il popolo azzurro a riavere fiducia e voglia di tornare allo stadio per incoraggiare i propri colori. Se non è un miracolo questo…

DIFENDERE ATTACCANDO

Il progetto tattico su cui sta lavorando Di Carlo è una sorta di “work in progress” che probabilmente sarà realizzato nel medio periodo, da cambiamenti cadenzati, ma che intanto poggia su alcuni fondamenti che sono già palesemente riscontrabili: grinta, corsa, squadra corta, distanze da rispettare, lavoro senza palla. Per questo per ora non ha mosso le “tre torri” della difesa, mantenendo l’impostazione originale fondata sul 3-5-2, limitandosi a poche ma indovinatissime varianti, cominciando con l’inserimento fra le linee di un elemento duttile come Marco Moscati, e semplicemente chiedendo alla linea difensiva di stare un po’ più alta. La cosa che balza di più agli occhi della tifoseria azzurra, è la ritrovata capacità di produrre azioni pericolose, oltre che ovviamente la straordinaria vena realizzativa di George Puscas. Ma la vera rivoluzione Mimmo Di Carlo l’ha portata nella fase di non possesso, passando da una logica difensiva passiva; ad un concetto decisamente più dinamico, nell’ottica di una “difesa attiva”.  Con Eugenio Corini la tendenza era tenere le posizioni, abbassandosi fino alla protezione dell’area, allungando la squadra e semmai, recuperando qualche palla per provare a cercare gli spazi utili alle ripartenze. Tutte cose che come abbiamo visto, una volta in svantaggio o nelle gare casalinghe affrontando squadre chiuse, finivano per rendere impotente ed abulica la manovra. Un calcio decisamente speculativo quello di Corini, fondato sull’improvvisazione e lo sfruttamento degli errori altrui. Con Di Carlo, quando gli azzurri perdono palla, comincia un vero e proprio lavoro sulle coperture a scalare ed un pressing organizzato teso al recupero palla. In pratica non si aspetta l’errore, ma lo si vuole provocare con movimenti di squadra ordinati, con distanze precise che vanno mantenute, grazie soprattutto al fatto che la squadra invece di abbassarsi, alza la sua linea difensiva e così facendo si accorcia, rendendo più efficacie e meno dispendiosi il pressing e la corsa senza palla. Una serie di concetti tattici che possono sembrare complicati ma che mister Di Carlo ha saputo ben riassumere con semplicità: “difendere attaccando”.

 

ALLA CORTE DI RE GIORGIO

Verrebbe facile rimarcare lo stato di grazia di cui gode George Alexandru Puscas, ed esaltarne la condizione fisica e psicologica che gli ha consentito in sole 3 partite di diventare il punto fermo imprescindibile dell’attacco, oltre che il capocannoniere stagionale azzurro con 5 reti. Ma solo uno sprovveduto sa che anche il destino del più affermato campione, dipende da come viene messo nelle migliori condizioni possibili, utili ad esprimere le proprie qualità. Da questo punto di vista come non esaltare la prestazione di un Gianluca Sansone così presente, utile e partecipativo. Nel concetto di calcio che ha in mente Di Carlo, (meno statico, più dinamico) le attuali prestazioni dell’ex Bari e Sassuolo, sembrano l’archetipo del perfetto partner d’attacco di Puscas. Il rumeno punto di riferimento centrale che deve combattere con i difensori avversari e concentrarsi sulla finalizzazione, mentre il suo compagno di reparto, a ruotargli intorno, creando spazi, ripiegando e pressando sul primo portatore di palla. E’ chiaro che da Sansone sia giusto pretendere anche qualche goal, ma contro lo Spezia ci è mancato davvero poco. Fra il potentino e la seconda marcatura stagionale c’è andato di mezzo un incrocio dei pali ed una gran parata di Di Gennaro, ma se continuerà su questa strada, è probabile che si leverà anche qualche soddisfazione personale. Lo stimatissimo giornalista novarese, nonché prezioso scrigno di memorie azzurre Gianfranco Capra, ha ribattezzato il neo cannoniere Puscas “Re Giorgio”. Per il rumeno di Transilvania un titolo meritatissimo, ma senza la sua corte, i suoi generali e consiglieri, anche la più potente delle corti, non sarebbe sopravvissuta al continuo incedere dei nemici più battaglieri. In questo momento, Sansone sta a Puscas, come Jean-Baptiste Colbert stava al Luigi XIV, meglio noto come Re Sole.

SPECIALE CALCIOMERCATO

“Il Novara calcio annuncia l’acquisto dell’attaccante Gianluca Sansone e dei centrocampisti Federico Casarini e Pompeu Ronaldo Da Silva”. Potrebbe sembrare una provocazione ma non lo è affatto, l’arrivo di Mimmo Di Carlo sulla panchina azzurra e la rivitalizzazione dei tre elementi su citati, equivale ad aver riaperto una speciale sessione di mercato. Due partite non fanno primavera sia chiaro, le prestazioni dei tre destano per ora fiducia e speranza e possono diventare certezza solo dopo adeguate conferme; ma alzi la mano chi prima di Cittadella averebbe scommesso un centesimo sull’utilità indiscutibile di certi elementi, nell’economia delle due prime partite sulla panchina azzurra del tecnico laziale. Solo un pazzo visionario avrebbe potuto immaginare un Piola che si alza in piedi per salutare con gratitudine convinta i cambi in corsa di Sansone e Ronaldo. Discorso a parte merita Casarani, che almeno apparentemente nella gara contro lo Spezia si è visto decisamente molto meno presente nella manovra rispetto a Cittadella. Ad un occhio più attento però, non sfugge l’applicazione differente, la voglia, l’impegno e la dedizione alla causa che l’ex Bologna ha messo nelle ultime due gare. L’impressione è che prima di riconsegnare la fascia al numero 5, Domenico Di Carlo abbia letteralmente catechizzato Casarini, chiedendogli la disponibilità ad assumersi quelle responsabilità che questi pretende da quel ruolo così delicato. E da quanto abbiamo visto per ora, quella leadership così annacquata e carente della gestione Corini, è stata rivalutata e trasformata. Casarini sembra tornato quel guerriero senza paura capace di trascinare i compagni, innanzitutto con il proprio esempio.

TABELLINO

NOVARA: 1 Montipò, 4 Mantovani (vk), 5 Casarini (k), 7 Sansone (11 Di Mariano 40’st), 8 Chiosa, 19 Puscas, 20 Ronaldo (21 Orlandi 24’st), 23 Moscati, 24 Dickmann (30 Maniero 31’st), 27 Calderoni, 31 Golubovic.- A disposizione: 12 Farelli, 22 Benedettini, 2 Troest, 3 Del Fabro, 9 Sciaudone, 10 Macheda, 15 Maracchi, 17 Seck, 18 Lukanovic – Allenatore: Domenico Di Carlo

SPEZIA: 33 Di Gennaro, 3 Lopez, 5 Giani, 7 Bolzoni, 9 Forte, 16 Mora (25 Maggiore 20’st), 19 Terzi, 21 Pessina (k), 23 De Col, 26 Mastinu (4 Capelli 31’st), 29 Granoche (39 Marilungo 35’st).
A disposizione: 43 Manfredini, 4 Capelli, 6 Ceccaroni, 8 Prados Lopez, 13 Augello, 18 De Francesco, 28 Masi, 32 Mulattieri – Allenatore: Fabio Gallo

Arbitro: Sig. Di Martino di Teramo – Assistenti: Sigg. Robilotta di Sala Consilina e Pagliardini di Arezzo
Quarto Ufficiale: Sig. Schirru di Nichelino – Marcatori: 24′ Puscas (N), 38’pt Forte (S)

Calci d’angolo: Novara 5 – Spezia 3 – Ammonizioni: 11’pt Dickmann (N), 27’pt Mora (S), 40’pt Giani (S), 3’pt Bolzoni (S), 3’pt Mantovani (N), 22’pt Mastinu (S), 31’st Granoche (S)

Espulsioni: nessuna – Recupero:  1’pt + 4’st – Note: Spettatori 3.588 di cui  2.739 abbonati.