Stiamo entrando nel periodo Carnascialesco e spesso, troppo spesso, sento amici che, parlando di questo argomento, esordiscono definendo il Carnevale una festa per bambini o, peggio ancora, per ubriaconi.
Le cose non stanno affatto così e mi sembra opportuno citare alcuni avvenimenti storici che, forse, serviranno a renderci più chiara l’essenza stessa dei festeggiamenti.
Già nell’antica Roma esistevano, notoriamente, i Saturnali e durante queste ricorrenze per sette giorni lo schiavo diveniva padrone e il padrone, schiavo.
I ruoli della società si invertivano e al padrone tutto ciò serviva per capire quanto fosse dura la vita dello schiavo e allo schiavo per avere un breve periodo di tranquillità e riposo. Questa antica usanza non e’ scomparsa come molte altre, ma, pur con delle variazione, si è conservata.
Ancora fino a pochissimi anni fa, in Valsesia (dove tradizionalmente il Carnevale è molto sentito), si usavano le Cene dei Pazzi alle quali si partecipava facendo tutto al contrario.
Vestiti in maniera più stravagante possibile, magari con le scarpe allacciate al collo per le stringhe, ci si recava all’appuntamento conviviale camminando al contrario e la cena avveniva, appunto, al contrario. Si iniziava dunque con un grappino ( roba per stomaci di ferro ) per passare al dolce, ai formaggi, al secondo, al primo e per finire con gli antipasti.
Anche qui il sovvertimento dell’ordine tradizionale e sociale e’ evidente, ma vediamo di capire più a fondo il tutto. In uno scritto del 1600 di un prevosto di campagna, si legge di un contadino che va verso il prete. Il contadino e’ magro, emaciato, pieno di lividi per le botte ricevute dal padrone. Ad un tratto inciampa, cade in una pozzanghera e lì giace per non rialzarsi mai più. Se questa narrazione ci da la perfetta immagine di come doveva essere la vita contadina in quei tempi, specie in anni di carestia, possiamo anche capire il perchè delle Cene dei Pazzi.
Almeno quel breve periodo serviva ai più povero ad avere la pancia piena, senza le botte del padrone!
Un vero e proprio tentativo di esorcizzare la vita misera degli strati più bassi della popolazione.
Insomma… il sogno di una vita al contrario!!!
Paolo Nissotti