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“Casa di bambola”: il capolavoro di Ibsen va in scena al Teatro Coccia

Martedì 31 gennaio e mercoledì 1 febbraio, alle 21, andrà in scena al Teatro Coccia “Casa di bambola” tratta dal capolavoro di Henrik Ibsen, con Filippo Timi e Marina Rocco, nel ruolo di Nora, la protagonista. Se il testo viene continuamente rappresentato in tutto il mondo (perfino in Cina), un motivo c’è ed è molto semplice da capire, dato che è il suo tema centrale, interessante per tutti, sempre attuale perchè universale a catalizzare l’interesse: il confronto tra l’identità maschile e quella femminile.

Se si analizza senza pregiudizi il testo, senza dare per scontato che Nora stia dicendo la verità quando afferma di essere sempre stata trattata come una bambola, e ci si lascia trasportare dalla complessità della trama, anche solo per la semplice curiosità di sapere come va a finire, si capisce molto chiaramente che non è lei la vittima, anzi, è lei che regge i fili e che manipola il marito Torvald, obbligandolo ad interpretare ruoli diversi. Il complesso intreccio, avvincente come un thriller e intrigante come un giallo, fatto di sentimenti e passioni, truffe e calcoli, inganni, utopie e rese dei conti, è solo un pretesto che Andrée Ruth Shammah usa per coinvolgerci in un appassionante viaggio nei rapporti tra i diversi e sofisticati ruoli maschili e femminili che popolano il testo ibseniano, tenendo però ben presente la natura ambigua di Nora, responsabile principale di una semplificazione ricorrente su Una casa di bambola che nel testo, così come nella vita, in realtà non esiste.
Scritto nel 1879 ad Amalfi, durante un soggiorno dello scrittore norvegese, fu rappresentato per la prima volta nello stesso anno a Copenaghen, attirandosi moltissime critiche; in piena epoca vittoriana, nella quale la donna doveva sommessamente sottostare al marito, il tema trattato non era propriamente gradito.

Casa di bambola: il capolavoro di Ibsen al Coccia

Ibsen prese spunto da una sua amica scrittrice Laura Kieler, protagonista di uno scandalo dell’epoca molto simile alla vicenda di Nora.
Nora, trattata come una bambola in una casa dorata, per alterne vicende, arriverà a comprendere che deve“riflettere con il mio cervello e rendermi conto chiaramente conto di tutte le cose” e che il marito non è il modello esemplare che lei credeva.
“Credo di essere prima di tutta una creatura umana, come te….o meglio, voglio tentare di divenirlo” è sicuramente la frase più rappresentativa della vera condizione in cui vive la donna.
Nel 2001, l’originale del testo di “Casa di Bambola”, conservato nella Biblioteca nazionale di Oslo, è stato inserito dall’Unesco nel Registro della Memoria del mondo.
La produzione della commedia è a cura del Teatro Franco Parenti/ Fondazione Teatro della Toscana.

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Manuela Peroni Assandri