Casa Bossi può essere “ceduta”. Passa in Consiglio la delibera per l’inserimento nel piano di alienazioni. Contrari i pentastellati, astenuti i democratici
Nessuna obiezione, e ci mancherebbe, sulla necessità di recuperare Casa Bossi; ma dall’opposizione critiche e perplessità sulla necessità di inserirla nel piano di alienazioni: il project financing non è l’unica opzione perseguibile, almeno per i Cinque Stelle. “Casa Bossi è un luogo del cuore, Casa Bossi è dei novaresi ma mi pare che stiamo andando in un’altra direzione – ha detto Paola Vigotti – Ci è stato detto che questo era l’unico modo per recuperarla (il riferimento a quanto affermato dal sindaco Canelli in commissione “O così o resta com’è”, ndr); ma ci sono altri modi e altri percorsi: perché non provare la via dei fondi europei come per il Castello?”. E poi: “perché accorpare Casa Bossi con l’ex Macello? Due cose diverse che necessitavano di due percorsi diversi”. E su questa base i Cinque Stelle (presenti Vigotti e Iacopino) hanno votato contro la delibera per l’inserimento della storica dimora nel piano di alienazione, atto considerato “prematuro e frettoloso” per Paola Vigotti che ha chiuso con un lapidario “vi lasciamo la responsabilità di questa scelta”. “Non credo esista nessuno contrario al suo recupero – ha affermato Andrea Ballaré (Pd) – Ma questa è un’operazione commerciale, la chiave di volta sarà il business plan, quando lo vedremo ci ragioneremo e c’è anche il tema del vincolo. Questo al momento è solo un annuncio”. “C’è il project – ha aggiunto Sara Paladini (Pd) – ma è difficile pensare che ci sia senza una valutazione di stima. Il nodo che manca è questo: quale indirizzo dare al Demanio per la valutazione? Valutazione che dipende dalla destinazione. Complicato dare le chiavi di casa quando non si sa ancora chi sarà l’ospite” e alla fine i sei del Pd si sono astenuti. “L’amministrazione – ha ribattuto dai banchi della maggioranza Valter Mattiuz – ha pensato fosse importante restituire alla città un bene importante come Casa Bossi ma non è in grado di mettere risorse. Non siamo degli sprovveduti, ci guardiamo intorno a 360 gradi. Il percorso sarà condiviso ma il primo passo è l’alienazione”.
“Abbiamo la responsabilità politica e amministrativa di cercare soluzioni e non è detto che questa lo sia – ha aggiunto Canelli – Comunque nessuno va a comprare Casa Bossi. Nel momento in cui l’operazione si configurerà in termini più precisi (al momento c’è un project protocollato in Comune ma manca una stima di Casa Bossi, che sarà affidata al Demanio, cosa che però potrà avvenire solo dopo aver inserito la dimora nel piano delle alienazioni, ndr) farò incontri pubblici. Assumo davanti all’aula l’impegno di relazionare, ma consentiteci di andare avanti”. Alla fine, con 21 voti favorevoli, la delibera è passata.