Un nuovo disegno di legge che riscrive l’iter procedurale sul pronunciamento delle decadenze per i morosi colpevoli, assegnatari di case popolari. Il ddl è stato presentato in Regione e, secondo l’assessore Augusto Ferrari, potrebbe diventare legge entro la fine dell’anno. Nel frattempo, a Novara, dove sono circa 700 i nuclei familiari a rischio decadenza, ci sarà una fase transitoria durante la quale il gruppo di lavoro che si sta costituendo valuterà, caso per caso, la colpevolezza o meno delle varie situazioni di morosità, pronunciando la decadenza effettiva per chi non paga, da tempo ormai, ma potrebbe farlo.
“Tengo a sottolineare che non abbiamo mai ipotizzato l’eventualità di ricorrere a sanatorie varie – spiega l’assessore Ferrari – Tutt’altro: in Piemonte ci sono 6000 nuclei familiari per cui è stata richiesta da Atc la decadenza. Purtroppo, abbiamo appurato che la legge 3 del 2010 non funziona: per questo abbiamo presentato un ddl che modifica tempistiche e procedure. Ora dopo tre mesi di mancati pagamenti, Atc deve fare richiesta al Comune affinchè venga pronunciata la decadenza. Peccato che tale procedura venga valutata a distanza di mesi, se non di più…”. La proposta di modifica contenuta dal ddl prevede procedure e tempi “certi e ben definiti perchè Atc e Comune intervengano ancora prima della richiesta di decadenza”.
In sostanza, prima si attuerà un’approfondita valutazione dei singoli casi, poi, solo se necessario, sarà dichiarata la decadenza.
Nel frattempo, in attesa del protocollo di intesa di cui verrà presentata la bozza lunedì, tra Regione Piemonte, Atc e Anci, vengono sospesi i termini temporali previsti per legge per favorire la rivalutazione dei nuclei familiari. Senza alcuna rivendicazione, specialmente economica, come disposto dalla Regione, da parte di Atc nei confronti del Comune (che dal 91esimo giorno di non pagamento, stando alla legge attuale dovrebbe compensare i mancati introiti di locazione di Atc).
“Abbiamo disinnescato quella che poteva diventare una bomba sociale – ha aggiunto il sindaco di Novara, Alessandro Canelli – Ci siamo ritrovati a pochi mesi dall’insediamento con 700 decadenze da pronunciare. Non sarebbe stato possibile reggere al colpo. Ci siamo subito attivati perchè la Regione si occupasse del problema. E così è stato. Ora siamo in una fase transitoria: in questi mesi, ho incontrato centinaia di persone e famiglie che si sono ritrovate senza lavoro, in difficoltà oggettive: sarà cura del gruppo di lavoro valutare ogni singola situazione e individuare i furbetti che potrebbero pagare, ma non lo fanno o addirittura non lo hanno mai fatto”.
Nella città di Novara, sono 556 i nuclei familiari soggetti a decadenza tra il 2011 e il 2014, più i 100 ed oltre i cui debiti risalgono a prima della legge del 2010. Oltre 700 famiglie, quindi, di cui si stima che almeno un 40% avessero la forza economica per pagare un affitto minimo, ma non l’hanno fatto.
“I motivi sono molteplici – spiega Canelli – Sicuramente la crisi economica ha influito pensatemente sui budget familiari, così come la disoccupazione; inoltre, una legge regionale sul tema che oggettivamente non è idonea”. Infine, Canelli non lesina sulle responsabilità di chi lo ha preceduto: “C’è stata mancanza di controllo totale da parte di chi doveva svolgere questo ruolo. Così, i debiti si sono accumulati e siamo arrivati alla situazione odierna”.
Dal momento in cui verrà siglato il protocollo, i soggetti a rischio decadenza verranno contattati e convocati dalla Polizia locale in Comune per dichiarare la propria situazione dinanzi al gruppo interforze composto da rappresentanti di Comune, Regione e Atc: chi risulterà colpevole, sarà colpito formalmente da decadenza e dovrà liberare l’alloggio.
“I tempi saranno molto lunghi, inutile negarlo – conclude Canelli – è un lavoro titanico quello che ci aspetta, ma è una strada innovativa che ci permetterà di affrontare in modo equo il problema”.
Intanto, in graduatoria, ci sono, come ricorda il presidente di Atc, Giuseppe Genoni, “altre 700 persone in attesa di un alloggio popolare e in condizioni di indigenza. E dell’elenco fanno parte solo coloro che non hanno pagato fino al 2014. Ci sarebbero ancora da conteggiare 2015 e 2016”. Procedura per il momento bloccata in attesa di risultati concreti sull’iter che si intende seguire.