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Novara

Caso Djalali: respinto il riesame della condanna a morte

La Corte suprema iraniana ha respinto la richiesta di riesaminare la condanna a morte di Ahmadreza Djalali, ricercatore del Crimedim all’Università del Piemonte Orientale di Novara, accusato di spionaggio a favore di Israele. La notizia è stata diffusa nelle ultime ore dalle agenzie di stampa.

Il suo avvocato Zeinab Taheri fa sapere che “il giudice ha respinto la nostra richiesta domenica, in meno di un’ora. Depositeremo una nuova domanda alla Corte suprema, chiedendo che il dossier sia letto, vista la delicatezza del caso”. La legale ha affermato di poter presentare diverse richieste perché il caso sia riesaminato, ma anche che non esiste garanzia che siano accettate.

Intanto continua la mobilitazione internazionale sul caso del ricercatore, condannato a morte nel dicembre 2016, perché ritenuto colpevole di aver fornito informazioni al Mossad sue due scienziati iraniani, che poi vennero uccisi. L’università Vrije di Bruxelles, in Belgio, dove l’esperto di medicina dei disastri era visiting professor al momento dell’arresto, si è opposta alla sentenza. E l’Unione Europea ha espresso preoccupazione sul caso. Secondo quanto riferiscono le agenzie di stampa: “Tra 2010 e 2012 cinque scienziati irianiani, quattro dei quali erano coinvolti nel programma nucleare di Teheran, furono uccisi in vari attacchi nella capitale, nel momento del picco di tensione sulle ambizioni nucleari della Repubblica Islamica. L’Iran accusò il Mossad e la Cia di aver ordinato gli omicidi”.