Quale sarà il futuro utilizzo del Castello Visconteo Sforzesco di Novara? Quale sarà il suo modello di gestione e quale vocazione avrà il complesso i cui restauri, costati 18 milioni di euro, sono in fase di ultimazione (la struttura interna, realizzata ex novo, è stata ultimata nel dicembre 2016)? Proprio in questi giorni la giunta comunale ha approvato una delibera con la quale affida temporaneamente, fino al 3o maggio 2017 e gratuitamente, l’utilizzo del piano terra e del primo piano dell’ala ovest alla Fondazione Castello Visconteo Sforzesco, presieduta dalla consigliera comunale leghista Laura Bianchi. Obiettivo dell’operazione è quello di consentire la realizzazione di alcuni eventi culturali programmati. Un provvedimento estemporaneo dunque, visto che nella stessa deliberazione si parla della necessità di riformare lo statuto della Fondazione, trasformandola in un organismo di diritto pubblico, così da “rendere legittimo l’affidamento diretto dei servizi culturali”.
“Ne discuteremo in una commissione che verrà convocata appositamente – ha detto il Sindaco Alessandro Canelli durante l’ultimo consiglio comunale, rispondendo ad una sollecitazione del Movimento Civico “Io Novara” – così vi diremo quali sono le nostre idee in materia. Crediamo che la Fondazione debba essere riformata per consentire una gestione efficace di questo bene”.
Già all’epoca della sua costituzione in effetti la Fondazione fu immaginata quale strumento per la gestione del futuro polo museale del Castello. In una delibera del 2009 l’allora amministrazione Giordano, pose le basi per la concessione in uso dell’immobile alla Fondazione, a fronte del pagamento di cinquantamila euro annui, in considerazione del fatto che le attività che si sarebbero realizzate potevano avere un rilievo economico non trascurabile. Oggi con il nuovo provvedimento la delibera in questione è stata annullata e la materia è tornata evidentemente ad essere oggetto di approfondimento. Per la verità nel luglio del 2016 l’attuale primo cittadino Alessandro Canelli propose lo scioglimento dello strumento di gestione e l’affidamento del bene alla Fondazione Comunità del Novarese, che accolse con favore la proposta. Ma l’idea, con tutta evidenza, sembra essere stata archiviata. Così come archiviata sembra ormai l’ipotesi, perorata dall’amministrazione Ballarè, di trasferire al Castello la biblioteca civica. Oltre ventimila euro spesi in consulenze ed un responso senza appello: le mura, ancorchè rimaneggiate, dell’antico maniero non sono adeguate a reggere il “peso” di un archivio come quello bibliotecario novarese e nemmeno l’edificio è stato concepito a questo scopo.
Quindi si torna all’idea originaria. Questa volta con qualche urgenza, visto che i lavori sono davvero in fase di ultimazione e sul piatto vi sono questioni importanti da risolvere: l’individuazione di un modello di gestione sostenibile, che consenta alla Fondazione di essere oggettivamente autonoma, senza creare un peso alle esangui casse pubbliche; la capacità di offrire un progetto culturale adeguato alle aspettative; infine la garanzia, tramite il controllo pubblico, della trasparenza sugli atti che verranno prodotti da qui al prossimo futuro (dall’utilizzo della struttura da parte dei privati, all’affidamento delle attività di ristorazione e caffetteria, all’organizzazione di eventi culturali…). Una sfida non di poco conto…