Tra i banchi della Provincia, la problematica era già emersa qualche tempo fa. Il consigliere dell’Ncd Leo Spataro aveva sollevato la questione, ricordando con un’interrogazione quanto poco opportuna fosse l’abitudine alimentare acquisita dai giovani delle scuole superiori, obbligata da un orario scolastico improprio. “L’orario impone ai ragazzi – spiega Spataro – di nutrirsi male, mangiando dei panini al volo o a metà pomeriggio e provocando anche disturbi, a lungo andare. Per questo motivo, ho presentato un’interrogazione nella quale chiedevo di prendere seriamente in considerazione il problema. Ci sono state una serie di riunioni, anche alla presenza di un comitato di rappresentanza dei genitori e di alcuni presidi che hanno condiviso, con noi, tale preoccupazione. Dopodichè, nessuno, a livello provinciale, ha fatto nulla per occuparsi della questione“.
Oggi però l’allarme arriva direttamente dall’Ordine dei medici e odontoiatri di Novara, attraverso il presidente Federico D’Andrea: “A un mese o poco più dall’inizio del nuovo anno scolastico, torna d’attualità il tema della corretta alimentazione degli studenti. C’è, di fondo, una grande contraddizione. Da un lato, sempre più spesso e meritoriamente esperti si recano nelle varie scuole e illustrano come ci si deve alimentare in maniera sana; dall’altro, i ragazzi vengono tenuti sui banchi fino a ore improponibili, fino alle 2 o alle 3 del pomeriggio. Nel lasso di tempo in cui sono a scuola possono godere di un paio di intervalli, molto brevi, nei quali ingurgitano di tutta fretta alimenti poco sani. E del resto non potrebbero fare diversamente, visto che alle medie e alle superiori nessun istituto offre il servizio di mensa. Poi arrivano a casa a metà pomeriggio e mangiano quel che trovano“. Chiaro che, in questo modo, il pasto principale non è più il pranzo, come è consigliato invece dagli esperti, bensì la cena, contro ogni buona regola alimentare.
“E’ necessario ripensare ai tempi della nostra giornata – conclude D’Andrea – in particolare per quel che riguarda la vita scolastica. Ci rendiamo conto che si tratta di un percorso tutt’altro che semplice, che si scontra con abitudini ben radicate, ma non c’è altro da fare. Combattere l’obesità infantile, per esempio, in queste condizioni è un compito particolarmente arduo”.