“Possiamo dire che da oggi il Piemonte rispetta le regole fondamentali della contabilità“: sono le parole dell’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta che comunica l’avvenuta approvazione di tutti i 19 consuntivi 2013 delle aziende sanitarie piemontesi.
A leggere il comunicato sembra che in otto mesi la giunta Chiamparino sia stata in grado di sistemare la difficile situazione della sanità regionale, “attraverso un attento e intenso lavoro analitico svolto dai tecnici dell’Assessorato alla Sanità con il supporto dell’Agenas e dell’advisor Kpmg. Fin da luglio – continua Saitta – avevo impresso una vera accelerazione al controllo dei bilanci, un lavoro che di fatto languiva ed oggi posso dire che finalmente si ha un quadro preciso della situazione contabile, un dato essenziale per governare una sanità come quella del Piemonte sottoposta al gravoso piano di rientro dal debito da oltre quattro anni”.
Questi i dati: per il 2012 emerge un risultato di gestione di -126 milioni di euro che, tenendo conto delle coperture di bilancio regionale di 130 milioni di euro, si ridetermina in +4 milioni di euro.
Per il 2013 si rileva un risultato di gestione pari a -38 milioni di euro che, tenendo conto delle coperture di bilancio regionale di 50 milioni di euro, si ridetermina in +12 milioni.
Risultati che dipendono essenzialmente da due fattori:
· una riduzione dei costi interni di -67 milioni di € riferita però in modo prioritario al costo del personale
· una contrazione dei costi esterni di -99 milioni di € : le prestazioni da privato si sono ridotte di –86 €/mln e la spesa per la farmaceutica convenzionata di -15 €/mln.
Secondo Saitta, “soprattutto nel 2012, gli unici risparmi che le aziende avevano effettuato erano stati quelli dovuti al blocco pressochè totale del turn over del personale, una scelta che la Giunta regionale allora in carica non ci risulta abbia contrastato e di cui i nostri ospedali pagano ancora oggi le drammatiche conseguenze“.
La situazione però inizia a cambiare, o almeno sembrerebbe: “L’esercizio 2014 si concluderà con un risultato di gestione positivo in quantità sufficiente per finanziare nel corso del 2015 il costo dell’aumento di personale sanitario“.
Il 2015 dunque potrebbe essere l’anno del cambiamento “per migliorare la sanità piemontese guardando al futuro: è a portata di mano la ripresa dell’attività dopo anni di decrescita che hanno aumentato le liste di attesa e la quantità dei piemontesi che hanno scelto di andare farsi curare fuori regione. Sono certo che le misure adottate in questi mesi elimineranno sprechi e diseconomie e libereranno risorse per investimenti e tecnologie. Le indicazioni sulla riorganizzazione della rete ospedaliera sono suffragate da dati scientifici: senza chiudere ospedali e senza ridurre servizi all’utenza, garantiremo più sicurezza ai cittadini e costruiremo contemporaneamente un sistema di assistenza territoriale con la stessa autorevolezza degli ospedali“.
Saitta dimentica un paio di elementi che ci sentiamo invece di evidenziare: innanzitutto, il Piano di rientro con il relativo blocco del turn over è un’eredità che la passata giunta regionale ha dovuto affrontare e contrastare dopo anni e anni di spese pazze della sanità piemontese. Misure certamente impopolari sono state assunte da chi ha preceduto Saitta, ma senza queste misure probabilmente oggi la sanità piemontese non sarebbe più recuperabile. Elementi che evidenzia anche Ugo Cavallera, del gruppo di Forza Italia, e soprattutto ex assessore alla Sanità della Regione Piemonte, dopo le dimissioni del suo predecessore Paolo Monferino.
“Saitta riconosca che il piano di rientro della Giunta di centrodestra, risposta obbligata alla gestione allegra dell’Amministrazione Bresso, ha funzionato e bene. Lo faccia senza se e senza ma. Perché se oggi può porre distinguo sul personale è merito di chi ci ha messo la faccia, attivando anche misure scomode ma indispensabili per rimettere in carreggiata una Regione che ormai era di fatto in default“.
Cavallera, Gilberto Pichetto e Claudia Porchietto chiedono anche perchè “non sono ancora state revocate le delibere del luglio e del dicembre del 2013 sul tetto del personale, visto il miglioramento dei conti e se hanno gli effetti così drammatici che ha gridato nel suo comunicato. È in carica da quasi un anno, il tempo per affrontare la questione c’era”.
“La Giunta Regionale – spiega Cavallera – comunica di aver completato in data odierna l’approvazione “formale” di tutti i consuntivi relativi al 2013 delle Aziende sanitarie regionali Asl e Aso. Il crono-programma della precedente Giunta, che ha dotato la Regione di un adeguato nucleo di esperti di KPMG e non solo, prevedeva che ciò avrebbe dovuto avvenire entro lo scorso mese di dicembre 2014. Sempre per la corretta informazione è opportuno precisare che i conti della sanità sono monitorati costantemente attraverso rilevazioni mensili, trimestrali ed annuali, che consentono di verificare sia le riscossioni ed i pagamenti sia le consistenze finanziarie e gli andamenti economici delle gestioni”.
“La tabella diffusa dall’assessorato – spiega Pichetto – mette in risalto (riga iniziale) la riduzione del Fondo Sanitario trasferito dallo Stato nell’anno 2013 da 7,886 miliardi di euro a 7,809 miliardi di euro e cioè -77 milioni di euro, riduzione decisa dal Governo nazionale di Letta a dicembre 2013 nonostante le buone performance piemontesi riguardanti i “costi standard”. Questo imprevisto taglio del Fondo Sanitario Nazionale è avvenuto mentre la nostra Regione stava attuando il Piano di Rientro che prevedeva la riduzione dei Fondi integrativi regionali da circa 400 milioni nell’anno 2010 a 50 milioni nel 2013 ed a “zero” nel 2014 e ciò per contenere la spesa annua nell’ammontare del Fondo Sanitario trasferito dallo Stato. Com’era già noto i consuntivi confermano le previsioni. Quindi l’aver tenuto sotto controllo i conti negli scorsi anni consente ora il completamento dei programmi operativi nei diversi settori ospedalieri e territoriali e pone le basi per un ulteriore sviluppo della Sanità piemontese che comunque ha buoni livelli qualitativi e professionali”.
E ancora sul personale: “Come mai la Giunta Regionale, che è in carica da quasi un anno e segue mensilmente i conti della sanità, non ha ancora adottato provvedimenti, anche a stralcio, sbloccando gli atti aziendali in quei settori e in quelle aziende ove le necessità sono condivise e conclamate? Forse le assunzioni le potranno fare solo i nuovi direttori nominati dalla Giunta Chiamparino?”.
“Dopo mesi di menzogne dove Saitta andava dicendo che il centrodestra aveva creato disavanzo durante la sua Giunta oggi, numeri alla mano, deve riconoscere che grazie alla precedente amministrazione i conti sono tornati in ordine, seppure ancora con delle criticità. Se ora può parlare di assunzioni è merito di chi ha fatto le riforme prima di lui. Ma vorrei che fosse chiaro che siamo fortemente preoccupati su dove prenderà i soldi alla luce dei nuovi tagli previsti dal Governo Renzi al Fondo Sanitario Nazionale”.