“Centri bullismo e cyberbullismo”: Novara capofila della rete piemontese. La Regione stanzia 100mila euro per la creazione di centri specializzati.
Saranno l’azienda ospedaliera Maggiore di Novara e le Asl novaresi le coordinatrici del progetto per la creazione di centri specializzati nella cura dei disturbi derivati dal bullismo e dal cyberbullismo, previsti dalla legge regionale. “Le strutture – commenta il consigliere regionale Domenico Rossi, primo firmatario della norma – dovranno individuare, anche sulla scia delle sperimentazioni nazionali, dei percorsi di sostegno e di cura specifici, attraverso equipe multidisciplinari, sia per le vittime che per i bulli”. La Regione ha stanziato, per la realizzazione dei centri, la somma di 100mila euro. “A Novara purtroppo – aggiunge Rossi – abbiamo avuto la prima vittima di cyberbullismo nel nostro paese, Carolina Picchio, ma quel tragico episodio, come ricorda spesso il padre Paolo, ha generato tanti percorsi positivi: la legge 71, la prima in Europa nel suo genere, a prima firma Elena Ferrara, la fondazione che porta il nome di Carolina e tanti altri progetti di sostegno, formazione ed educazione rivolti ai ragazzi. Nei giorni scorsi si è chiuso il processo per i fatti che hanno provocato il suicidio di Carolina, con la conclusione del percorso di messa alla prova dei giovani autori: la scelta di Regione di investire rappresenta un segnale importante di vicinanza per ragazzi, famiglie e insegnanti che hanno bisogno di istituzioni attente e presenti al loro fianco nel percorso educativo”. All’Azienda Ospedaliera Maggiore della Carità e all’Asl Novara spetterà il compito di gestire le risorse ed organizzare la rete di cura piemontese che prevederà quattro centri: Torino, Cuneo, Alessandria e Novara, a copertura di tutto il territorio regionale, valorizzando percorsi già esistenti e mettendoli a sistema. “Questo primo stanziamento – conclude Rossi – sarà importante per condividere buone prassi, procedere con la formazione del personale, predisporre protocolli condivisi e cominciare un lavoro di coordinamento fondamentale per offrire risposte all’altezza delle problematiche che manifestano vittime e bulli. Accanto ai centri di cura occorre mettere a sistema il progetto sul patentino regionale per l’uso consapevole degli smartphone, la cui sperimentazione, avviata con successo nel Vco, si sta estendendo in altre province piemontesi”.