Le casse rimangono vuote, o quasi, nonostante numerosi tentativi di far valere la voce dei rappresentanti di quelle che un tempo erano le Province e oggi sono enti di secondo livello. Tra servizi sospesi e funzioni spostate in Regione, le Province piangono lacrime amare, finanziariamente parlando. Un caso emblematico del malfunzionamento della legge Delrio, oltre alle novità della legge sulle cave, citate ieri su queste stesse pagine, è quello dei centri per l’impiego.

Centri per l’impiego: manca personale; la denuncia della Uil
E’ passato ormai più di un anno da quando la regione Piemonte ha recepito e applicato la legge Delrio sul riordino delle Province – spiega Stefano De Grandis della Fpl Uil – Oltre alle inevitabili ansie che si sono generate sui dati occupazionali, nei fatti com’era inevitabile le ricadute maggiori si sono avute sui servizi offerti alla cittadinanza: scuole chiuse al sabato per mancanza di fondi, strade abbandonate a loro stesse, matutenzione degli edifici ormai arrivata al fai da te da parte dei dipendenti”.
“La bocciatura del referendum costituzionale – continua De Grandis – ha generato un ulteriore stato di confusione e abbandonato alcuni servizi a loro stessi, collocandoli nel limbo della assoluta incertezza. I centri per l’impiego ne sono esempio lampante. Le politiche attive del lavoro nei fatti sono rimaste in capo ai territori e l’agenzia Anpal, creata ad hoc per occuparsi di queste politiche, rimane un ente a mezzo servizio dal futuro incerto”.
“I centri per l’impiego di Novara e Borgomanero, ormai pesantemente sotto organico, sono ampiamente insufficienti per il territorio e non più in grado di far fronte alle sempre più pressanti esigenze da parte della cittadinanza. Di questi giorni, ad esempio, è l’avvio della fase di sperimentazione sull’assegno di ricollocazione; i destinatari possono recarsi presso gli sportelli dei centri per l’impiego al fine di verificare i requisiti in essere per l’assegno di ricollocazione”.
Nel 2014 gli operatori nelle sedi provinciali erano complessivamente 24, mentre ad oggi sono scesi a 18. Su scala nazionale, il rapporto medio è un addetto ogni 250 disoccupati, in provincia di Novara è un addetto ogni 1.500.
“La scarsità di addetti nei centri per l’impiego si ripercuote ovviamente sul servizio offerto all’utenza, nel 2016 ogni operatore è stato in grado di poter offrire una media di 2 ore circa ai cittadini, il 43% in meno rispetto all’anno 2014. Questo dato ci allarma fortemente e dimostra nei fatti come difficilmente i centri per l’impiego potranno svolgere in pieno il ruolo a cui sono deputati; ossia fornire quegli strumenti fondamentali al fine di accompagnare nella ricerca di un lavoro di chi un’occupazione non ce l’ha”.
“Servono interventi a livello politico perchè vengano destinate ai centri per l’impiego le opportune risorse umane ed economiche necessarie per consentire di supportare la cittadinaza nel migliore modo possibile. Che si definiscano Enti di secondo livello o Enti a elezione diretta a noi poco importa, ciò che speriamo è che le Province possano tornare ad offrire quei servizi importantissimi e assolutamente fondamentali per i cittadini tutti”.