A poche ore dal ricorso che deciderà forse in via definitiva le sorti del Novara Calcio in merito alla permanenza o meno in serie B ci siamo chiesti quale impatto potrà avere sulla città gaudenziana l’eventuale retrocessione degli azzurri, non solo in chiave sportiva. Pur non esistendo analisi di rilievo in materia e nonostante agosto non sia ancora finito siamo riusciti a metterci in contatto con alcune delle personalità cittadine la cui competenza rende la loro opinione quantomeno rilevante.
“Economicamente, è un gran peccato” ci ha detto il Comandante del Corpo dei Vigili Urbani Paolo Cortese “La Lega Pro attira meno tifosi, a meno di sperare in un ‘campionato di testa’. Inoltre, per noi (i vigili urbani – NdR) sarà un problema: la Lega Pro ha un calendario più spezzettato, il servizio sarà più complicato e non avremo i rinforzi della Polizia di Stato di cui abbiamo potuto disporre in passato”.
La stessa preoccupazione nei confronti di una minore capacità attrattiva della Lega Pro nei confronti dei tifosi ce la comunica anche Eliana Baici, Direttrice del Dipartimento di Studi per l’Economia e l’Impresa dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro: “La retrocessione comporterà una minore attività per la città; la squadra sarà seguita di meno, e meno persone da fuori Novara verranno per vederla giocare; inoltre una squadra di Lega Pro avrà una politica diversa nei confronti dei giovani, il che potrebbe portare ad una riduzione delle attività intorno al settore giovanile. E ancora pensiamo alla recettività della città: per via della squadra si parlava della città e molte persone sono venute in visita per questo, favorendo alberghi, ristoranti, bar… Un’economia di rilievo che verrà meno, insomma”.
Paolo Rovellotti, ex-presidente della Camera di Commercio di Novara (tutt’ora facente parte della giunta camerale) ci racconta più nello specifico la grande differenza che aveva comportato per il Comune la scalata del Novara dalla C2 alla serie A: “La mia percezione all’epoca, da uomo che non segue il calcio, fu come di una spontanea e vera iniezione di entusiasmo a vari livelli, non meno quelli istituzionali. Le istituzioni novaresi erano diventate bollenti, si cercavano le soluzioni migliori per stare al passo con questa squadra che fungeva da locomotiva e trainava tutto; soluzioni per l’ambiente, per i prodotti tipici, per gli sponsor, si era lì tutti insieme per lavorare. Ha rinvigorito con spirito giovanile e fresco tutti i soggetti coinvolti… Un momento entusiasmante, quasi infantile, pur parlando di interessi. Si è trattato di un forte impulso.”
Che conclusioni possiamo trarne, dunque? Se davvero il Novara Calcio non dovesse ottenere la riammissione alla serie B (e le ultime notizie ci lasciano con poche speranze al riguardo), l’economia novarese ne risentirà parecchio: per esempio, tutte le attività commerciali direttamente dipendenti dalle partite giocate dalla squadra (dagli sponsor, alla cessione dei diritti televisivi delle partite, all’acquisto di biglietti, allo sfruttamento dei parcheggi antistanti lo Stadio) e quelle che hanno sicuramente ottenuto beneficio dal maggior numero di visitatori in città (come ad esempio gli alberghi, i ristoranti e i bar).
La nostra città ha senza dubbio tanto da offrire e quella visibilità in più sicuramente ci faceva comodo, ribadiamo al di là dei fattori sportivi; sta al tempo (e a noi) dimostrare se sapremo o meno sovvertire questo smacco ed attraverso quali strumenti.
Matteo Andretta