La decisione è presa: entro il 31 dicembre 2018, l’ex Campo Tav chiuderà. Nel frattempo, si cerca di favorire l’esodo anche attraverso una serie di contributi. Il Comune mette a disposizione 50 mila euro quale incentivo al rilascio volontario dell’alloggio. Un single che oggi vive in una casetta dell’ex Tav potrà percepire 1500 euro, un nucleo di due persone 3000 euro, fino ad esaurimento “scorte”. Il contributo verrà rilasciato nel momento in cui il nucleo familiare beneficiario presenterà il contratto di affitto stipulato con un privato o anche con Atc, qualora se ne avesse diritto.

Ex Campo Tav verso la chiusura
Ad oggi, presso l’ex campo Tav ci sono 312 persone, circa una settantina di famiglie che vivono in spazi ormai obsoleti e decisamente poco idonei, soprattutto per chi ha minori in casa o disabili. Molti fra i residenti sono già stati dichiarati decaduti e lasceranno l’alloggio nelle prossime settimane.
Le casette dell’ex campo Tav sono oggi del tutto inagibili. Nato come spazio per occuparsi delle emergenze abitative, uno spazio del tutto provvisorio in attesa di una collocazione più stabile per le famiglie più bisognose, la struttura è diventata, con il tempo, un’alternativa alle case popolari, con un insediamento che è via via cresciuto e che ha deciso di rendersi stanziale.
Al Comune, l’ex campo Tav costa 557 mila euro all’anno, con entrate per 20 mila euro. La convenzione con la cooperativa Emmaus, che si occupa della gestione dell’area, è di 229 mila euro. In quell’area, numerosi e piuttosto gravi sono stati i problemi di convivenza e di gestione della quotidianità che si sono posti specialmente negli ultimi anni, rendendo la situazione praticamente invivibile. Da qui la scelta di chiudere, intervenendo gradualmente sui residenti rimasti, anche attraverso incentivi economici.