Ciao Ricky. Questa mattina nella chiesa di San Martino l’addio al giovane calciatore stroncato da un infarto durante l’allenamento
Il dolore attonito del fratello Alessandro, quello muto e frastornato di Emanuela, la giovane fidanzata; gli occhi lucidi dei compagni di squadra e i singhiozzi convulsi dei ragazzi, quelli della parrocchia, quelli dell’Oratorio, quelli che Riccardo lo conoscevano bene. Conoscevano il suo sorriso, la luce che aveva dentro, la sua volontà, la sua voglia di vivere a dispetto dei tanti lutti che avevano costellato la sua giovane vita, dolori grandi come la perdita prematura di padre e madre. Riccardo è morto, a soli 23 anni, martedì sera, stroncato da un attacco cardiaco, mentre con i compagni della Csrc Cuore 1990, squadra che partecipa al campionato Aics Amatori e nelle cui fila militava da 4 anni, si stava allenando; il primo allenamento della stagione, sul campo da calcio di Cameriano. “Mi sento stanco, mi siedo un attimo”: queste le ultime parole pronunciate dal giovane, poi l’arrivo dell’ambulanza, i primi soccorsi, il trasporto a sirene spiegate all’Ospedale Maggiore ma purtroppo per lui non c’è stato più nulla da fare. “Riccardo ha faticato, ha lottato e le prove non gli sono di certo mancate – ha detto il parroco nell’omelia – Ma ha sempre lottato, ha guardato la vita con tanto entusiasmo. Riccardo ha sempre regalato il sorriso che aveva nel cuore. Ricordo quella sera, quando andai a casa sua per la drammatica morte della mamma. Ne uscii io con un peso nel cuore. Oggi le nostre parole, le nostre lacrime, il nostro cuore sono pesanti. La morte di un giovane ci fa paura”. “Riccardo in questi anni ha vissuto con noi un’amicizia semplice, mai banale e ricca di quelle gentilezze solo apparentemente scontate”, e ancora “Per cosa vivo adesso? Quante volte te lo sarai chiesto nei momenti difficili e bui che hai affrontato. Preghiamo affinché l’amore che hai dato e ricevuto siano il bagaglio che ti accompagni nel tuo viaggio”: sono alcuni dei passaggi della preghiera dei fedeli letti da alcuni amici.
Poi, all’uscita, sul sagrato, l’ultimo saluto; quello del fratello, della fidanzata e dei compagni di squadra che in gruppo sono sfilati davanti a quella bara bianca, coperta di fiori bianchi e dalla maglietta della squadra; una carezza, la mano appoggiata per qualche secondo sul freddo legno per accompagnare il giovane Riccardo nel suo ultimo viaggio.