Il consiglio: “No al petrolio, no ai pozzi”
E’ il messaggio chiaro arrivato dai Comuni interessati al progettto di studio geofisico Cascina Alberto di Shell che interessa 55 paesi della provincia di Novara e altri delle province limitrofe (Vercelli, Varese, Biella).
La Regione ha ascoltato i tecnici della compagnia petrolifera e la delegazione condotta da Matteo Besozzi (presidente della provincia di Novara) ed entro il 10 marzo dovrà presentare la relazione con il proprio parere al ministero dell’Ambiente. Sarà quest’ultimo a dare il giudizio definitivo.
Shell ha spiegato le fasi del progetto: dalla seconda metà del 2019 (se dovesse esserci l’ok) partirebbe quella di studio attraverso vibrazioni sul terreno per registrare onde elastiche e di conseguenza capire la presenza o meno di idrocarburi. Solo se le quantità fossero poi tali da giustificare un investimento, si passerebbe alla fase eplorativa con un pozzo che potrebbe essere posizionato nel 2023 (spazio occupato metà di un campo di calcio).
“Idrocarburi e vocazione del territorio (agricoltura di qualità, turismo) possono coesistere, come dimostrano gli esempi in Italia e all’estero), e dove anzi i proventi degli idrocarburi possono essere utilizzati per sostenere progetti “green” senza costi per la collettività” dicono i tecnici Shell e citano i 350 pozzo dell’Emilia Romagna, che ha 41 prodotti Dop e Igp, turismo. E poi citano la Basilicata, in particolare in Val D’Agri, dove ci sono i pozzi Shell, Eni e Total, il turismo business è in crescita, dal 1998 sono arrivate alla regione 1,8 miliardi di euro di royalties, 13mila sono le persone occupate nel settore e il Pil pro capite è il più alto tra quelli delle regioni del Sud, la tassazione tra le più basse e la disoccupazione è del 13,4% rispetto alla media nazionale del 20%.
Gli abitanti della Val d’Agri, però, parlano di acqua inquinata, terreno compromesso e danni ambientali: “Dovreste venire a vedere così potreste difendere meglio la vostra regione” dice il giornalista di una radio locale.
Intanto si apre una nuova fase di incontri. Da febbraio ad agosto dello scorso anno Shell ne ha organizzati 113 con 226 interlocutori per spiegare il progetto e ascoltare il territorio; ora partirà una seconda campagna informativa con momenti di confronto diretto con la popolazione.