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Novara

Contro la multisala al Faraggiana si mobilita la cultura novarese: «Cooperativa di associazioni per gestire il teatro»

Il mondo culturale di Novara non ci sta e rilancia il tema del futuro del Faraggiana. A partire da interlocutori che certo non si possono escludere da un dibattito che verrà richiesto con forza ed insistenza, al di là delle idee e delle prospettive che l’amministrazione ha espresso nel bando di interesse scaduto il 9 gennaio.

Il tema è stato lanciato sui social da Vanni Vallino, regista e novarese impegnato da circa 40 anni nella promozione della cultura. La risposta è stata a dir poco armoniosa. Il mondo culturale novarese si opporrà dunque alla volontà di trasformare il Faraggiana in una sala o multisala cinematografica; e lo farà attraverso incontri di sensibilizzazione, confronto e dibattito di cui l’amministrazione comunale non potrà non tener conto.

“Il problema è che in questa città come al solito – ci spiega Vallino – si tende a fare e disfare senza consultare coloro che hanno dedicato anni a determinati settori. Nel caso del Faraggiana, l’amministrazione, prima di emettere il bando, non ha interpellato nessuno tra le decine di novaresi che di cultura si sono occupati per anni e anni”.

“Non lasceremo comunque morire la questione, anzi”.

Dopo la chiusura del bando (sono sette le offerte pervenute) il mondo culturale si mobiliterà e a partire da febbraio verranno programmati incontri-dibattito che animeranno la discussione sul futuro del Faraggiana.

“Come tutti i bandi di manifestazione di interesse – prosegue Vallino – anche questo non è vincolante, come peraltro viene citato nel documento stesso”.

La voce che gira è che si voglia affidare la gestione della struttura, trasformandola in una multisala cinematografica.

Che i conti vengano considerati elemento essenziale per avviare progetti e incassare proposte ci sta; che a Novara una multisala sia fortemente richiesta da tempo, pure. Ma che il teatro Faraggiana, che ha una storia, che rappresenta la culla della cultura novarese, venga rimpiazzato da una struttura cinematografica, proprio non va giù agli operatori culturali della città, nemmeno a quelli che, nel mondo del cinema, sono impegnati da sempre.

“Non esiste il concetto che economicamente non possano stare in piedi due teatri nella stessa città – prosegue Vallino – Faraggiana e Coccia sono due teatri con indirizzi e pubblico molto diversi: il Coccia ha 900 posti, il Faraggiana la metà, 450. Occorre prendere atto ad esempio che le numerose scuole di danza del territorio non si rivolgono al Coccia perchè ha dei costi insostenibili; così come fanno le compagnie amatoriali locali, diversi professionisti locali che fanno spettacoli fuori città proprio perchè non riescono a trovare spazi idonei a costi contenuti; per non parlare della scuole di musica e di tante altre realtà che potrebbero facilmente beneficiare del Faraggiana”.

Non si fermano qui le associazioni culturali: “Avanzeremo anche una proposta di cui si testerà la validità – continua Vallino –  Ogni associazione potrebbe farsi carico di autotassarsi, creando una cooperativa di associazioni che gestisca il teatro. A Novara non esiste uno spazio per convegni, ad esempio, di medicina: o perchè ce ne sono di troppo grandi o perchè sono troppo piccoli, o per problemi tecnici ecc. Il Faraggiana è una struttura molto interessante anche sotto questo profilo. Ospitare incontri di livello, come quelli medici appunti, creerebbe inoltre un grosso indotto anche dal punto di vista turistico ed economico. E anche questo, in un momento di forte crisi come quello che stiamo vivendo, per la città sarebbe importante”.

Il mondo della cultura si mobilita dunque e lo fa per far sentire la propria voce.
Comunque vadano le cose, qualunque destinazione verrà scelta per il Faraggiana rimane il rammarico di milioni di euro spesi per recuperare un teatro che, purtroppo, potrebbe diventare una multisala, con tutte le spese di adeguamento conseguenti che necessiteranno per portare a termine un’operazione per niente condivisa.