Coronavirus. L’analisi dello Studio Andretta, rispetto alla crisi che ci attende : ce la faremo?
“L’Italia sarà dopo la Cina uno dei primi paesi ad uscire da questa crisi sanitaria e quindi è in pole per uscire in pari posizione da quella economica. Potrebbe diventare una grande opportunità di rilancio e rivincita, anche verso quei Paesi che alla nostra emergenza si sono girati a guardare da un’altra parte”. A cura dello Studio Societario Andretta

Il dott.Daniele Andretta Commercialista corrente in Novara
La prima grande crisi finanziaria degli anni duemila è stata quella del 2008, la Grande Crisi Finanziaria. Il settore finanziario ebbe un tracollo. Molti persero il lavoro, la liquidità nel sistema si azzerò e le borse calarono in picchiata. Ricordiamo tutti il fallimento di una grande banca come Lehman Brothers, con gli impiegati che dalla notte al giorno andarono con gli scatoloni a ritirare le loro cose dagli uffici. Altre banche chiusero i battenti, altre ancora furono acquisite in stato di insolvenza. Il risparmiatore si ritrovò con i propri titoli dimezzati in poche settimane. Fu una delle crisi più tragiche della storia, che si potè recuperare con l’intervento della Federal Reserve americana, che però quel sistema economico aveva contribuito a far nascere. E stopparsi.
Son partito dal 2008 perché la crisi più spaventosa degli anni duemila non è ancora nemmeno paragonabile a quello che sta capitando o potrà capitare ancora, nelle ultime settimane.
Stiamo vivendo qualcosa che verrà ricordato e studiato negli anni futuri, proprio perché evento impreventivato e drammatico. Perché?
Intanto la parola COVID-19, a dicembre era pressocchè sconosciuta alle borse mondiali. Oggi l’infezione del virus è arrivata in Europa, e come ogni infezione si è insinuata oltre che nei polmoni di chi soffre, e purtroppo, muore, nel sistema sanitario dei Pesi membri, nel sistema delle aziende, uffici pubblici ed inevitabilmente nei mercati. Basti pensare che nemmeno nel 1929 i prezzi delle quotazioni erano scesi così drammaticamente.
Come risalire? Intanto concentriamoci non sul valore dei titoli espressi in borsa, ma su quello che quei valori rappresentano, ovvero le imprese.
Quello che potrà permettere alle imprese di superare la crisi sono due tipi di interventi: liquidità e politica fiscale e monetaria. Se fatti tempestivamente e bene, ristabilizzeranno i prezzi. Senza misure efficaci le quotazioni saranno ancora come adesso: un su e giù continuo, probabilmente piccole risalite alternate a discese in picchiata.
Questa crisi è senza precedenti perché colpisce senza distinguo praticamente ogni settore produttivo, basti pensare alle difficoltà di questi giorni ad importare ed esportare dalla stessa Europa, i consumi, i salari, i risparmi mentre la crisi del 2008, si pensi, riguardava “soltanto” i settori bancario ed immobiliare. Adesso no, questa crisi è diversa perché colpisce ovviamente non soltanto le vittime umane, ma anche le imprese, le banche, perché vantano crediti dalle imprese e dalle famiglie, l’apparato della pubblica amministrazione, gli stessi bilanci degli stati colpiti, molti di questi già sofferenti a causa di un elevato debito pubblico.
Questo fattore multiplo è abbastanza preoccupante perché sta paralizzando le economie. Per sconfiggerlo, dobbiamo restare chiusi in casa, e quel che siamo costretti a fare (importantissimo continuare a farlo!) è però devastante per i mercati e l’economia reale. Questa non è la prima pandemia che il mondo ha dovuto affrontare, ma è sicuramente la più aggressiva.
Quindi, i fattori fondamentali:
Politica Sanitaria: proseguire con tutti gli accorgimenti utili e necessari che la Comunità Scientifica ci consiglia, doveroso lottare fino all’ultimo per salvare ogni vita umana possibile, come prima regola di umana civiltà, ringraziando nel contempo gli eroi del personale medico e paramedico che sta brillando come eccellenza mondiale. Prima si riesce a debellare il virus, prima potremo ritornare ad una vita normale;
Politica monetaria: è importante che vi sia liquidità nel mercato. Cassa, credito, sgravi, benefici, aiuti. Le economie hanno già rallentato, i profitti delle aziende soffriranno notevolmente. Molte di queste produrranno perdite invece di utili. Per questo motivo le attività avranno sempre più difficoltà a pagare i propri costi fissi come i salari. Basti pensare che per questo motivo le aziende aeree sono state le prime a fermarsi, proprio perché hanno dei costi fissi molto alti.
Da questo punto di vista la Fed e (finalmente!) la Banca Centrale Europea sono stati chiari, inietteranno migliaia di miliardi per garantire alle Banche prestiti a breve termine, fondamentali per la liquidità di un’azienda.
Politiche Fiscali: i governi si troveranno di fronte ad una impresa titanica. Questa crisi sarà molto più impattante sulle famiglie del 2008. Qui in Italia spesso la busta paga serve a coprire solo le spese primarie. Per questo ben vengano agevolazioni fiscali, sulle utenze e su mutui: serviranno a far ripartire i consumi concedendo maggior capacità di spesa.
Soprattutto proteggere le aziende in modo veloce e mirato, intervenendo con politiche monetarie e fiscali. Infatti, nel periodo di quarantena, la liquidità per un’azienda è vita, o morte. Per questo gli Stati e le banche centrali devono sostenere le aziende, consegnando lo strumento essenziale per ripartire, garantendo con questi interventi lavoratori e famiglie e, ricordiamolo, così facendo conservando redditi da tassare in futuro, con cui finanziare gli stessi bilanci degli stati.
L’Italia ce la farà? Restiamo ottimisti, io lo sono. Il momento è davvero orribile, ma ne verremo fuori.
Intanto l’Italia sarà dopo la Cina uno dei primi paesi ad uscire da questa crisi sanitaria e quindi è in pole per uscire in pari posizione da quella economica. Anzi, aggiungo qualcosa in più. Potrebbe diventare una grande opportunità di rilancio e rivincita, anche verso quei Paesi che alla nostra emergenza si sono girati a guardare da un’altra parte. Siamo primi al mondo nella scienza, nell’ingegno, nella cultura. Sappiamo adattarci ed innovare. Abbiamo le carte in regola per rialzarci e tornare a correre. Basta fare al più presto quel che serve fare, senza resistenze ideologiche di alcun tipo. Il resto lasciamolo fare alle nostre imprese, non a caso, nelle eccellenze, tra le più nobili ed invidiate al mondo.