I dati provvisori del 2014 parlano di 1 milione 15 mila 709 presenze, con 374.241 arrivi.
“Un dato in forte crescita – commenta Maria Rosa Fagnoni, presidente Atl provincia di Novara – Si registra infatti oltre il 20% in più di presenze rispetto al 2013 e circa il 10% in più negli arrivi“.
Sono cifre molto positive per il territorio di competenza dell’Atl (68 comuni del Novarese, laghi esclusi): “Lavoriamo molto con il turismo business, quello legato al lavoro e agli affari – spiega Fagnoni – Sono tanti coloro che lavorano a Novara o nell’hinterland anche milanese, magari con i cantieri di Expo. Novara è comunque un territorio ben servito: due autostrade, un treno ogni ora per Milano e Torino. Il Novarese è diventato una zona di snodo e di sosta soprattutto per i turisti che arrivano dall’estero e fanno tappa a Novara prima di proseguire“.
Il primo bacino di turisti è quello italiano, seguono tedeschi e francesi. Tanti anche gli statunitensi, ultimamente, legati a grosse aziende come la Meritor e la Memc che lavorano con gli Usa. “Se ci sono convegni, incontri, corsi di formazione o altro, i turisti arrivano a Novara, vi soggiornano e poi si organizzano per visitare la città e le zone vicine: è un turismo legato anche ai prodotti locali e all’enogastronomia“.
Non solo: aumentano anche i turisti del tempo libero e quelli legati al mondo sportivo: “Eventi come i Campionati di motocross a Maggiora o i vari tornei di golf ad Agrate e Bogogno, portano sul territorio migliaia di persone che vi restano per qualche giorno e che visitano le nostre zone“.
Presenze che si distribuiscono in modo piuttosto uniforme su 12 mesi all’anno, contrariamente, ad esempio, a quanto avviene nelle zone dei laghi, dove il turismo va da aprile a settembre.
Dal conteggio delle presenze, stando alle direttive della Regione Piemonte, vengono stralciati i numeri relativi alla presenza di profughi provenienti da Mare Nostrum. “Si tratta di turisti e presenze vere“, spiega Fagnoni.
Come ci è stato più volte segnalato, compaiono anche casi di abusivismo: bed and breakfast che, ad esempio, non sono regolarmente registrati ed accreditati.
“E’ vero – spiega Fagnoni – ci hanno riportato casi di questo genere, siamo consapevoli della loro presenza. Queste strutture non compaiono naturalmente sui canali ufficiali della nostra rete, ma ci sono e sono stati segnalati ai Comuni che sono gli organi competenti di controllo. Ricordiamo comunque che per avviare un’attività di bed and breakfast non servono grandi manovre. E’ una procedura semplice e certamente fattibile. E’ sicura e tutela non solo chi vi soggiorna, ma soprattutto chi la intraprende“.