A più di tre anni dalla sua scomparsa, Carolina rimane il simbolo della lotta al Cyberbullismo in Italia. Prima vittima della rete, la storia della giovane novarese aveva dato la forza di creare un impegno condiviso e trasversale verso questa nuova forma di bullismo. Oggi, il padre, Paolo Picchio, lancia un appello affinchè la proposta di legge presentata dalla senatrice oleggese Elena Ferrara non venga snaturata dalle tante norme che, nel tempo, sono state introdotte.
Un appello rivolto alle istituzioni preposte e che ha visto l’adesione, tra gli altri, anche di Sua Eccellenza il Vescovo di Novara, Monsignor Franco Giulio Brambilla, Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana per in Nord Italia, nonchè di Eugenio Borgna, già direttore dell’ospedale psichiatrico di Novara, di Maria Giovanna Ruo, avvocato e presidente della Camera nazionale avvocati per la famiglia e i minorenni.
Dinanzi alla tragica morte di Carolina, il territorio ha reagito con attività di promozione e sensibilizzazione a partire dalle scuole, in collaborazione con le Forze dell’Ordine. Nel contempo, il padre della giovane, Paolo Picchio, sosteneva, e sostiene, la necessità di individuare strumenti, misure e iniziative di carattere preventivo, educativo, elaborate nell’ottica del recupero delle vittime come pure dei responsabili, proprio perché minorenni, con strumenti idonei.
La Senatrice Ferrara aveva portato all’attenzione del Parlamento nel 2013 come prima firmataria, dopo un’indagine conoscitiva avviata in Commissione Diritti Umani, una proposta di legge che ha raccolto il voto unanime del Senato.
Un disegno di legge che, nella sua originale stesura, non si poneva contro la rete, ma che era ispirato ad un intervento legislativo dal valore educativo e preventivo, nell’interesse esclusivo dei soggetti minorenni.
Lo stesso testo, dopo il passaggio nelle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia della Camera dei Deputati, presenta modifiche che inseriscono il carattere sanzionatorio, ponendolo in contrasto con lo spirito iniziale della legge approvata all’unanimità dal Senato. Un provvedimento che, inoltre, non è più focalizzato sui minori, ma interessa tutto il rapporto tra l’utenza e gli strumenti digitali, senza distinzioni.
Testo integrale dell’appello:
“A più di tre anni dalla scomparsa di Carolina – scrive Paolo Picchio nel suo appello – l’intenso lavoro intrapreso a sua memoria rischia di essere vanificato da una norma che non ha più come focus il minorenne sia vittima che autore di condotte prevaricatorie ed offensive della dignità della persona”.