“Bella Caro, sei l’angelo più bello“: difficile dimenticare quelle parole riportate su un grande lenzuolo, ai funerali di Carolina. Lei era bella, molto bella, ma era anche molto fragile, al punto da non tollerare oltre gli insulti e le brutte parole che contro di lei un gruppetto di bulli pubblicava sui social. Si è tolta la vita a 14 anni, Carolina Picchio, ora un angelo ma mai dimenticato dai veri amici e dalle vere amiche.
Il ddl “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo“, prima firmataria la senatrice Elena Ferrara, nasce sia dalla consapevolezza della necessità di mettere ordine in questo mondo “virtuale” sia dalla tragica vicenda di Carolina che ha fortemente colpito e invitato a riflettere giovani e adulti sull’utilizzo proprio o improprio dei social e della rete più in generale: “Sono tanti ormai i casi che ci hanno insegnato quanto l’uso distorto della rete possa gravare sui nativi digitali – spiega la senatrice Ferrara – Internet, che negli anni ha aumentato la distanza generazionale, oggi ci obbliga a recuperare il rapporto adulto-minore. Insegnare loro che i social network non sono un mondo parallelo e anonimo come molti pensano, ma che gli effetti delle loro relazioni virtuali si traducono sempre sul piano reale. Il web è bello, ma bisogna saperlo usare“.
Da qui la necessità di un disegno dilegge che di questo si occupasse concretamente.
“Oggi inizia l’iter di approvazione al Senato. Un risultato importante frutto di un grande lavoro di squadra; una rete di competenze che va dalle Istituzioni centrali alle realtà locali, dalla scuola alle aziende del settore new media, fino alla procure minorili. Una nuova legge, non tanto per ribadire che il cyberbullo sia penalmente perseguibile, né per criminalizzare Internet o limitarne la sua natura, libera e spontanea, bensì per formare i ragazzi attraverso percorsi nelle scuole e dar loro strumenti concreti per fronteggiare il bullo digitale“.
Ecco le novità introdotte dal ddl:
1) definire il fenomeno del cyberbullismo che non è di per sè un reato, ma tali atteggiamenti si configurano in casi di stalking, minacce, diffamazione, molestie, diffusione materiale pedo pornografico, furto d’identità, che, invece, violano la normativa e sono perseguibili anche penalmente.
2) rimozione dei contenuti offensivi dalla rete e dai social: previa segnalazione il materiale lesivo sarà direttamente rimosso dai gestori, intesi come prestatori di servizi della società dell’informazione, l’indicazione potrà pervenire direttamente dagli utenti dai quattordici anni in su, al di sotto di questa età sarà necessario il coinvolgimento da parte di un genitore.
3) segnalazione al Garante della Privacy: qualora entro le 12 ore successive al ricevimento dell’istanza il gestore non provvedesse alla rimozione si prevede l’intervento del Garante della Privacy il quale entro 48 ore dal ricevimento dell’atto ha facoltà di intervento.
4) procedura di ammonimento: in caso di reati compiuti da minorenni con età superiore ai 14 anni nei confronti di un altro minorenne è prevista applicazione procedura di ammonimento. Il Questore convoca il minore unitamente ad almeno un genitore. La sanzione in assenza di reiterazione cessa di avere conseguenze al compimento della maggiore età, nella logica di educare e responsabilizzare i giovani che anche solo inconsapevolmente si rendono attori di comportamenti penalmente perseguibili.
5) un referente almeno per ogni autonomia scolastica: corsi di formazione per personale scolastico che dovranno garantire l’acquisizione di idonee competenze nell’ambito di azioni preventive a sostegno del minore.
6) educazione continua: l’educazione all’uso consapevole della rete trova continuità nel piano dell’offerta formativa in ogni ordine di scuola.
7) risorse formazione polizia postale: nell’ambito di ciascun programma operativo nazionale sono stanziate idonee risorse alla formazione del personale specializzato alla tutela dei minori sul web.
8) tavolo interministeriale permanente: costituzione di un tavolo tecnico per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno. Il tavolo coordinato dal Miur include i Ministeri dell’Interno, Lavoro e Politiche sociali, Giustizia, Sviluppo Economico e della Salute; Anci, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Garante Privacy, Comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione media e minori, organizzazioni già coinvolte nel programma nazionale del Safer Internet Centre, nonché una rappresentanza delle associazioni studentesche e dei genitori.
9) marchio di qualità: adozione di un marchio da riconoscere ai fornitori di servizi di comunicazione aderenti ai progetti elaborati dal tavolo interministeriale.
La strada, nelle scuole, è già stata tracciata con alcuni progetti che hanno fin qui accompagnato l’iter legislativo: ad esempio, “Fragile. Maneggiare con cura”, iniziativa elaborata dall’Istituto Comprensivo Statale “E.S.Verjus” di Oleggio per interventi educativi finalizzati alla prevenzione e il contrasto del cyberbullismo.
“Carolina ha frequentato questo istituto – conclude Ferrara – Con questo progetto abbiamo analizzato i dati raccolti dal monitoraggio fin dalla prima fase che ha coinvolto gli studenti e i loro genitori. Famiglie che hanno vissuto da vicino la storia di Carolina. Una vicenda che ha interrogato con tanta angoscia tutta la comunità a partire dal mondo della scuola, ponendo nuovi motivi di riflessione che hanno a che vedere non solo con l’educazione, ma con la messa in sicurezza dei dati personali e, non ultimo, con la nostra etica sociale: anche sul web“.