Da Galliate ad Alba, le aziende producono nuove mascherine per la sanità pubblica
La Coccato&Mezzetti di Galliate torna a produrre dopo 15 anni, mentre a Cuneo nasce la mascherina in cotone in mater-bi lavabile. Le aziende sosterranno la sanità pubblica nel rifornimento di presidi medici contenitivi.
La battaglia contro il Coronavirus sta mettendo insieme le migliori risorse regionali ed unendo le forze più diverse nel tentativo di limitare il contagio, in attesa di buone notizie dalla sperimentazione di farmici (notizie incoraggianti arrivano sugli effetti del Tocilizumab utilizzato nei casi di artrite reumatoide). Lo sviluppo di un vaccino è ancora lontano e dunque in questa fase resta fondamentale controllare la diffusione, attraverso comportamenti responsabili e l’utilizzo di presidi sanitari idonei. Da questo punto di vista preoccupa la carenza di mascherine, soprattutto fra medici e personale sanitario, che sono in prima linea nel prestare le cure agli sfortunati che dal semplice contagio, sono passati alla manifestazione della malattia.
Per questo risultano particolarmente importanti le iniziative di due aziende private che in questi giorni stanno dando il loro fattivo contributo nella fornitura di mascherine protettive destinate a rifornire i sanitari della Regione Piemonte.
La prima è la novarese “Coccato&Mezzetti” che dopo 15 anni di stop, ha ripreso la produzione di mascherine in Mater-Bi (materiale nato alla Novamont di Novara), biodegradabili e compostabili, e nella piccola fabbrica di Galliate ha raggiunto una produzione di circa 100 mila pezzi alla settimana. Al momento è solo una goccia nel mare, perchè purtroppo non sarà in grado di soddisfare l’enorme domanda. Malgrado i suoi quindici dipendenti lavorino ormai su tre turni giornalieri, le forniture sono infatti state prenotate e gestite direttamente dalla sanità pubblica regionale, anche dopo l’interessamento del Vice-Presidente novarese della competente commissione al Consiglio Regionale Domenico Rossi.
Ma un altro bell’esempio arriva da Alba, dove l’azienda tessile Miroglio, dopo giorni serrati di sperimentazione, è riuscita a produrre una mascherina chirurgiche in cotone idrorepellente, lavabile e riutilizzabile, che mercoledì scorso è stata validata dagli organi sanitari regionali. Dopo aver già consegnato le prime 20mila mascherine, nei prossimi giorni procederà al completamento di un primo ordine pari a 600mila pezzi. Una prima fornitura totalmente gratuita, grazie al sostegno di associazioni locali ed dal personale contributo economico garantito da Giuseppe Miroglio, vicepresidente e azionista del gruppo. Con la piena messa a regime, ad Alba sarà possibile produrre 75-100 mila mascherine al giorno, riutilizzabili una volta lavati, almeno una decine di volte, in attesa che arrivi la certificazione CE, la Regione Piemonte ha ricevuto una deroga dagli organi competenti per l’utilizzo di questo prezioso presidio sanitario.