In una città come Novara, che in tanti settori avrebbe bisogno di un sano esercizio di recupero della memoria, la chiusura ai “grandi eventi” (leggi stagione agonistica di hockey) di un palazzetto dello sport non può essere considerata un fatto banale. Al di là delle critiche e delle polemiche su chi abbia la responsabilità di questa situazione. Soprattutto se quel palazzetto si chiama Stefano Dal Lago, ovvero il cuore pulsante di una storia sportiva ineguagliabile ed ineguagliata. Perchè si ha un bel dire: ma se hai vinto 32 scudetti, tre Europei, 20 Coppe Italia e 3 Coppe di Lega, eccetera, eccetera… Beh! E’ innegabile che tu abbia fatto la storia dello sport (non certo locale) a prescindere!

Il Dal Lago gremito per un contro con il Roller Monza
Da qui il senso di straniamento nel vedere quella storia, quella almeno del suo palazzetto, faticosamente riconquistato da una nuova società, “chiusa per lavori” (la cui entità e relativi importi devono ancora essere precisati… Insomma ancora non si sa esattamente quali siano gli interventi necessari! Un fatto che riporta alla memoria un’altra storica chiusura: quella della piscina dello stesso Dal Lago. Attività sospesa in attesa di lavori e mai più ripresa per carenza di risorse e forse anche di motivazioni…).

Franco Amato
Beninteso, gli ultimi non sono affatto stati anni prolifici per l’hockey a Novara… Anzi! Un declino costante, per cause oggettive, oltre che soggettive, sulle quali ad indagare lasciamo siano gli esperti della materia. Certo è che gli eventi di questi giorni consegnano la sensazione di un patrimonio sportivo, storico, emozionale e di appartenenza della città, che si va disperdendo, nonostante l’eroico impegno di pochi.
“A mia memoria il Dal Lago è rimasto chiuso solo nell’estate del 1985 – ricorda il giornalista Massimo Barbero – quando un tifoso pensò di tirare un razzo ed andò a fuoco il tetto… Ma si fecero i lavori e si riaprì in fretta. Poi ci sono stati anni recenti senza eventi, nel senso che il declino della società ha portato a non disputare il campionato… Adesso che, timidamente, una nuova società provava a raccogliere la sfida con la A2… Questa ennesima mazzata! Non ci voleva!”.
Peraltro solo l’ultima di molte altre “Capisco che la gente si sia un po’ stufata. Davanti a situazioni come questa anche la tifoseria più appassionata si intiepidisce: sempre cose negative, sempre polemiche! Questo alla fine crea indifferenza e forse anche insofferenza. Adesso abbiamo questa realtà, l’Azzurra, che sta provando a rialzare la testa, con risultati tutto sommato lusinghieri viste le limitate risorse in campo, ampiamente sopra le aspettative. Qualche bella partita e… si chiude il palazzetto! Direi che questo non fa bene allo sport e che Novara nel suo complesso stia offrendo un’immagine negativa. Non lo dico in termini polemici ma sono fatti! C’è troppa indifferenza. Un peccato, perchè comunque il derby aveva suscitato molto interesse fra i tifosi… Ho visto tante facce giovani alla partita”.
“Quello che non mi spiego – dice Barbero – è che solo pochi mesi fa Novara si propose come piazza per organizzare la Coppa Italia, cerando di portare qui le migliori squadre nazionali. Ci piazzammo terzi perchè le risorse in campo non erano sufficienti… Mi chiedo però cosa sarebbe successo se fossimo stati selezionati… Mi pare incredibile che tutti i problemi del palazzetto non fossero noti all’epoca! La notizia della chiusura a due giorni dal derby è stata un colpo tremendo. Per Novara un danno d’immagine importante”.
Il derby più emozionante del passato? “Domanda facile! Quello dell’87, con due reti agli ospiti negli ultimi ventidue secondi! Indimenticabile!”.
(Vedi video qui – via semprenovara)
Protagonista di quell’evento, fra gli altri (oltre a Stefano Dal Lago che segnò la rete del pareggio), Franco Amato, storica colonna dell’Hockey Novara e campione indiscusso “Sono stato di recente al Dal Lago con le giovanili del Vercelli – dice – Non ci venivo da anni e non posso nascondere di aver sentito i brividi lungo la schiena. Mi ricordo che al palazzetto non si sentiva nemmeno il fischio dell’arbitro quella sera, tanto era il tifo. Eravamo giovani, determinati e sapevamo che avremmo fatto la storia! Andò proprio così!”.
“Questo è lo sport che ha dato di più alla città – dice Amato – non c’è calcio o volley che tenga, abbiate pazienza! Il nome di Novara è arrivato in tutto il mondo grazie all’hockey e questo bisognerebbe non dimenticarlo… Io non so se ci sono responsabilità politiche o tecniche in questa situazione. Certo è che ad un certo punto il capitolo si è chiuso. Secondo me un punto di svolta è stata la morte dello storico presidente Ubezio, che l’aveva sostenuto come nessuno mai aveva fatto prima o avrebbe fatto poi. Finito lui, finito l’hockey”.
“Io ho molto rispetto per queste società nuove, sono amico di molti giocatori… – prosegue – a Vercelli ad esempio c’è molto entusiasmo, la gente aumenta di partita in partita. Ora alleno le giovanili ma mi hanno chiesto un maggiore impegno! Vedremo! Ma questa è una diversa epoca, una storia diversa!”
“Un aneddoto divertente (si fa per dire?)? Sono venuto al derby, perchè comunque mi interessava! C’era la capienza limitata e non mi hanno fatto entrare… Non mi hanno riconosciuto! Poi sono comunque entrato grazie al presidente della squadra ospite che mi conosce, ma direi che questo la dice lunga! Caspita… Pensavo di aver dato qualcosa a Novara ed ai suoi derby! Comunque mi auguro di cuore che il Pala Dal Lago riapra presto! E’ un simbolo per Novara, un luogo importante che dovrebbe essere scolpito nella memoria dei novaresi… Me lo auguro!”.
(Palazzetto Stefano Dal Lago: si chiama così in onore del campione prematuramente scomparso. Guarda il video su Stefano Dal Lago via semprenovara)