Violenza sessuale aggravata e sfruttamento della prostituzione: con queste accuse sono scattate le manette per un 23enne dell’Est residente in provincia di Novara. La vicenda parte dal racconto della vittima ai Carabinieri: una donna che un anno fa ha conosciuto in una discoteca il suo futuro sfruttatore. All’epoca, lui lavorava come buttafuori. Tra loro, dopo l’amicizia, nasce anche un legame più sentimentale. Un legame durato poco: il 23enne, infatti, poco dopo si rivela per quello che è. Costringe la compagna a prostituirsi, impossessandosi di tutti i guadagni. Ogni sera l’accompagnava nella zona di Milano contro la sua volontà, obbligandola a suon di percosse e violenza e minacciandola che, se non avesse fatto come lui diceva, si sarebbe rivalso sulla sua famiglia. Lo sfruttatore accompagnava in strada la compagna e alla fine del “turno” passava a riprenderla, ritirando subito il denaro guadagnato (da 500 euro a 3000 ogni notte).
La ragazza ha subito violenza per circa un anno. Poi si è decisa a raccontare la sua storia ai Carabinieri di Novara. Un dramma, quello che stava vivendo, che è emerso, dal suo racconto, in tutta la sua gravità. I suoi familiari nulla sapevano di quello che stava accadendo e lei, sotto pesanti minacce, cercava di nascondere il suo lavoro e i lividi che spesso lo sfruttatore dell’est le provocava con pugni e bastonate. A Novara, secondo il racconto della ragazza, si sono consumate anche tre violenze sessuali aggravate, nel momento in cui lei cercava di opporsi alle imposizioni di quell’uomo. Ogni tentativo di ribellione sembrava vano, finchè la giovane non si è convinta che era necessario l’intervento della forza pubblica.
Alla fine dello scorso mese di aprile la vittima ha trovato il coraggio di rivolgersi ai Carabinieri che, oltre ad ascoltare il suo racconto e ad avviare le indagini, hanno fatto sì che le venisse fornito il necessario supporto del centro anti violenza di Novara.
Nel corso delle indagini, condottr anche attraverso l’analisi incrociata dei dati di traffico telefonico, i Carabinieri hanno sequestrato un bastone estensibile (lungo 86 centimetri) che l’individuo custodiva nella sua auto: lo stesso bastone che utilizzava per colpire la vittima.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dai militari dell’Arma è stata emessa, su richiesta del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, dal Gip del Tribunale meneghino che si è poi dichiarato territorialmente incompetente in favore dell’Autorità giudiziaria di Novara (il reato più grave tra quelli contestati, quello della violenza sessuale aggravata, è stato commesso in provincia di Novara mentre il reato di sfruttamento della prostituzione, aggravato dalla violenza, è stato commesso a Milano).