Dalla riunione della IV commissione permanente del consiglio Regionale Piemonte, sono emerse nuove criticità inerenti il NUE112 (numero unico europeo) con le maggiori organizzazioni sindacali di polizia, vigili del fuoco e infermieri che hanno avanzato forti perplessità ma anche proposte per migliorare il servizio.
Dal sindacato Vigili del Fuoco denunce e critiche sulla gestione del numero unico per le emergenze 112
Torniamo a parlare del numero unico per le emergenze 112, attivato dalla Regione Piemonte il 13 giugno scorso, sul cui utilizzo da parte dei cittadini sono emersi dati non certo edificanti, visto che quasi il 45% delle chiamate effettuate in questi primi sei mesi, pare non siano state richieste d’intervento per emergenza. In pratica oltre 682.000 chiamate non congrue che hanno allertato inutilmente mezzi di soccorso, forze dell’ordine e distratto gli operatori di concentrarsi su reali necessità ed emergenze. Ma i problemi non si fermano qui, almeno da quanto è emerso dalla riunione della IV commissione permanente del consiglio Regionale Piemonte, avvenuta a Torino lunedì 26 marzo. Al tavolo sono state invitate le maggiori organizzazioni sindacali di polizia, vigili del fuoco e infermieri per ridiscutere proprio delle problematiche inerenti al NUE112 (numero unico europeo) in Piemonte. Una forte critica è arrivata dal Conapo, sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco, definendo lo strumento “inappropriato per l’attuale organizzazione tra Enti e anche molto oneroso per le tasche del cittadino”. Secondo il vice segretario regionale Conapo Alessandro Basile “l’attivazione dei soccorsi, in un Paese all’avanguardia, deve essere un progetto prioritario su cui va espressa la massima attenzione da parte degli organi di controllo. Inoltre per risultare efficiente, al fine di garantire al cittadino un servizio eccellente, le forze in campo dovranno essere coese e i regolamenti facili da interpretare, in modo da evitare rallentamenti”.
In buona sostanza il sistema fatica a decollare, a causa innanzitutto dei ritardi di attivazione del sistema stesso, dopo svariati richiami e sanzioni da parte dell’Unione Europea “che hanno comportato scelte frettolose – ha precisato Alessandro Basile – come ad esempio l’assunzione di telefonisti laici per la gestione delle chiamate di soccorso, oppure a causa della creazione di un disciplinare tecnico operativo troppo ingessato e privo di flessibilità che non consente agli operatori di gestire in maniera più dinamica le emergenze”.
Ci sono anche degli esposti in procura, che il Conapo ha presentato agli organi preposti, per una ventina di casi documentati, di casi in cui si è registrato un ritardo di attivazione o mancato allertamento delle squadre del Corpo Nazionale.
Ma le maggiori sigle sindacali di Vigili del Fuoco, Polizia e Infermieri, non si limitano alle critiche ma portano pure delle proposte per migliorare il servizio come ad esempio organizzare sale operative interforze, comprensive di tutti gli enti che concorrono al soccorso “speranzosi che possa essere la svolta sia per eliminare sprechi di denaro pubblico quantificato in decine di milioni di euro/anno – ha concluso Conapo – anche per offrire al cittadino una risposta più professionale e multifunzione”.